Moebius

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mercoledì 30 marzo 2005

Un luogo d'immaginario

«Il World Trade Center era già in costruzione, le torri gemelle già svettanti, con le gru inclinate sulla sommità e i montacarichi che salivano lungo i fianchi. Klara lo vedeva dovunque andasse praticamente. Mangiava, beveva un bicchiere di vino e poi andava verso la balaustra o il bordo piatto e di solito la costruzione era lì, cospicua sull’estremità affusolata dell’isola, e un uomo le si avvicinò una sera, presto, a un cocktail sul tetto di un palazzo di una galleria – un uomo sui sessanta, pensò Klara, corpulento e mascelluto ma con una sua eleganza, sicuro di sé, riservato e distinto, un solido esemplare di europeo.

-Io lo vedo come una cosa sola, non due, - disse Klara, - Anche se chiaramente le torri sono due. È una singola entità, non è vero?

-È una cos terribilissima ma non si può fare a meno di guardarla, credo.

-Sì, non si può farne a meno»

 

Don DeLillo – Underworld (1997)

 

Image of the twin towers of the World Trade Center. Photo credit: unknown -- this image arrived in my in box.


 


 


 


 


 


 


 


«-Parlami di New York, - disse lui. - Ormai non ci vado più. Quando penso alle città dove ho vissuto, vedo degli enormi quadri cubisti.

-Ti dirò quello che vedo io.

-Quell’angolosità, quella densità, le vecchie sfumature brunastre e il modo in cui le città invecchiano e si macchiano nella mente come mura romane.

-Vedi, dove abito io, c’è un caos di tetti, un guazzabuglio, quattro, cinque, sei, sette piani, ed è un alternarsi di cisterne d’acqua, corde del bucato, antenne, abbaini, comignoli, tutto ciò che è umano nella parte bassa dell’isola, piccoli giardini rannicchiati, sculture, insegne dipinte. E io apro gli occhi su queste cose, le amo, per me contano. Ma tutto questo lo spazzano via per poter costruire le loro torri.

-Vedrai che anche le torri finiranno per sembrare umane e locali e caratteristiche. Basta che gliene lasci il tempo.

-Adesso mi metto a picchiare la testa contro il muro, dimmelo tu quando smettere.

-Poi non saprai cosa ti ha fatto impazzire.

-Ho già il World Trade Center.

-Ed è già innocuo e senza età. Con un’aria dimenticata. E pensa quanto potrebbe essere peggio.

-Cosa? - fece lei.

-Se ci fosse una torre invece di due.

-Vuoi dire che interagiscono. Che c’è un gioco di luce.

-Ma non credi che sarebbe molto peggio una torre sola?

-No perché io protesto solo in parte per la dimensione. La dimensione è micidiale. Ma averne due è come un commento, è come un dialogo, solo che non so cosa si dicono.

-Si dicono “buona giornata”.»

 

Don DeLillo – Mao II (1991)

8 commenti:

  1. Bello questo post.
    Ti prometto che il prossimo libro che leggerò sarà uno consigliato da te. OK?
    Baci...

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  2. Io non ti prometto niente. In questo periodo leggo solo saggi per la tesi e la lista dei libri da leggere è sempre più lunga... :-(

    Il militante

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  3. prima o poi ci provo a buttarmi su Don DeLillo, per ora ho già Philip Roth che mi fa da guida agli scrittori americani...

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  4. è tanto che voglio leggere Don DeLillo,

    PhilipDick,
    chissà.. sembra che non sempre si sia sullo stesso binario...

    Tutta la stua stima??? Fantastico!
    L'animale è tuo!

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  5. Nulla c'entra con il post ma, vista la tua passione per Dick, che in parte condivido, sai nulla del rapporto che aveva con i Ching (a parte i racconti ad essi dedicati) ?

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  6. :D
    hahaha! il militante mi fa troppo ridere! :D
    (anche perché devi sapere che in ogni e-mail che gli scrivo, gli consiglio sempre almeno un paio di saggi che deve assolutamente leggere...;)))

    un bacio! :)

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  7. salenegliocchi: anch'io voglio saperla questa cosa di dick e gli i ching! pliiiis! :)

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  8. grazie!
    Ho voglia di "pelle" non di "cervello"...

    come arriverà l'albatros? Non lo so,lo farò decidere a lui, vero che mi sembra sempre più pigro.. temo quindi per posta o piccione viaggiatore.

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