Moebius

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lunedì 15 settembre 2008

E' tutto un Infinite Jest

Da qualche giorno mi cullavo nell'idea di riprendere a scrivere su Immaginaria, in fondo di cose da scrivere, se si ha voglia, se ne trovano sempre.

Stamattina controllando la mia casella e-mail ho trovato il nuovo numero di Giap, la newsletter dei Wu Ming, dedicata alla memoria di David Foster Wallace. E così ho scoperto che ieri è stata diffusa la notizia della sua morte a 46 anni, anzi del suo suicidio per impiccagione, e devo dire che mi ha colpito, e mi lascia quasi sconvolto.

Wallace era uno dei più grandi scrittori contemporanei, vero interprete della nuova letteratura post-moderna. Divertente, ironico, con una satira sempre pungente ma soprattutto innovatore, con il suo stile decostruito ma assolutamente ricco, per le idee, per il linguaggio, per l'incredibile fantasia narrativa. Parecchi anni fa lessi una sua antologia di racconti, "La ragazza dai capelli strani", e mi innamorai di Wallace come scrittore, sentendo che mi erano passate fra le mani delle pagine straordinarie, qualcosa che sarebbe rimasto.

E così, un paio d'anni fa credo, intrapresi la lettura del suo capolavoro, Infinite Jest, uno dei libri oiù belli e più significativi della letteratura contemporanea (recensione mia qui), lettura che mi richiese due-tre mesi vista la mole del romanzo e l'oggettivo impegno richiesto al lettore che si immerge nelle vicende della famiglia Incandenza.

Addio David, la vita è uno scherzo infinito, vero?