Moebius

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martedì 21 febbraio 2006

In Italia le colpe non sono mai di nessuno

(ANSA) - PALERMO, 20 FEB - Il tribunale di Palermo ha assolto il prefetto Mori ed il tenente colonnello De Caprio dall'accusa di favoreggiamento alla mafia. Mori e l'ufficiale un tempo conosciuto come 'Capitano Ultimo' erano accusati di aver ritardato la perquisizione al covo di Toto' Riina. I giudici sono stati in camera di consiglio per tre ore ed hanno accolto le richieste della difesa degli imputati, che sono stati assolti con la formula 'perche' il fatto non sussiste'.


Magari questo fatto non interesserà molti e non colpirà la fantasia; anzi qualcuno meno informato si chiederà, ma come, questi hanno arrestato Riina, il boss dei boss, e li hanno pure processati? Cominceranno a suonare le trombe di chi non aspetta altro che buttarsi sulla magistratura e delegettimarla, per parlare delle togher rosse e dei loro teoremi. Sta il fatto che a me questa sentenza lascia perplesso: per carità Mori e De Caprio non sono mafiosi, ci scommetto, resta il fatto che in qualche modo in Italia chi sbaglia passa per un martire, grazie alle grancasse garantiste ad orologeria, e non paga per colpe comunque evidenti.


Sarà che la recente lettura del libro di Saverio Lodato e Marco Travaglio, Intoccabili, che hanno dedicato spazio anche a Mori e De Caprio, mi abbia influenzato negativamente; la mia conoscenza dell'argomento "mafia" non è così grande da poter illustrare chissà che teoremi sui rapporti fra Cosa Nostra e la politica (e i servizi segreti). Mi limito a constatare i fatti: dopo l'arresto di Riina i magistrati ordinarono la perquisizione del covo del boss (e chiunque abbia visto un film o un telefilm poliziesco sarebbe d'accordo, no?) però i ROS, cioè Mori e De Caprio, convinsero i giudici a rimandarlo perché sarebbe stato meglio metterlo sotto sorveglianza, sia fisica (con uomini) che video, anche perché probabilmente qualcuno sarebbe andato a prelevare la moglie di Riina e quindi lo si sarebbe potuto cogliere in flagrante oppure si sarebbero potute ricavare altre informazioni di indagine. I fatti dicono che dopo poche ore invece la sorveglianza fu sospesa, i magistrati non informati per due settimane e la perquisizione non avvenne che 18 giorni dopo: chi entrò nell'appartamento non trovò nemmeno una sedia o un tavolo e le pareti imbiancate di fresco.


Ecco, al di là di ipotesi non confermate e non suffragate da prove, tanto che anche i PM hanno ammorbidito la posizione processuale degli imputati, resta un dato di fatto evidente a chiunque: è stata commessa una grossa negligenza, non compiendo un'operazione che qualunque persona di buon senso avrebbe ritenuto indispensabile perché è evidente che nell'appartamento di Riina si sarebbero potute trovare prove importanti. Cosa ci potesse essere lì dentro chi lo sa, però qualcosa c'era se Cosa Nostra si è presa la briga di cancellare ogni eventuale prova.


Allora? Allora niente siamo in Italia, il paese in cui un senatore a vita che è stato presidente del consiglio sette volte ha intrattenuto rapporti con la mafia fino al 1980 (come recita la sentenza di assoluzione per prescrizione della Corte di Cassazione) ma pochi se lo ricordano e i più hanno spesso tempo e parole ad elogiare il buon nome dello statista; siamo nel paese in cui il braccio destro dell'attuale Presidente del Consiglio è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa; siamo nel paese in cui c'è chi giura sull'onesta del presidente della Regione Sicilia, che verrà candidato alle prossime elezioni, indagato per favoreggiamento (sempre nel libro Intoccabili un capitolo intero è dedicato a questa vicenda, ed è davvero illuminante: ma anche qui, chissà, sono una persona influenzabile) in quanto avrebbe passato informazioni a boss mafiosi circa indagini ed intercettazioni a loro carico.


Ecco, siamo in Italia. Mi sa che ha ragione il ministro Lunardi, con la mafia tocca convivere... Io oltre che a scrivere questo post che altro posso fare? Spero di aver sollevato almeno una, dico una, coscienza su questo tema. Alle prossime elezioni nel momento di fare una croce pensate anche a chi contribuirete a mandare in Parlamento (essendoci tra le altre cose anche le liste bloccate con la nuova legge elettorale).

giovedì 9 febbraio 2006

Presenze poltici in tv

ANSA) - ROMA, 8 FEB - Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e' secondo sui Tg Rai solo al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. E' quanto risulta dai dati di gennaio del Centro di ascolto. Il premier e' invece al 1/o posto sui Tg Mediaset e 12/o su La7. Prodi, su tutti i Tg, segue Fassino: e' 5/o su quelli Rai, 4/o su Mediaset, 15/o sul Tg de La7. Casini e' 3/o sui Tg Rai, solo 22/o sui Tg Mediaset, 20/o su La7. Fassino e' 4/o nei Tg Rai, 3/o per Mediaset e 14/o per La7.


A chi fosse interessato ai dati di questo inizio di campagna elettorale consiglio di fare un salto sul sito del Centro di ascolto dell'informazione radiotelevisiva.

mercoledì 8 febbraio 2006

Recensioni veloci

Butto giù qualche riga per delle mini-recensioni. Ecco i miei consigli; prima i libri.

Tokyo Blues Norwegian Wood, di Haruki Murakami. Lo scrittore di Dance Dance Dance, libro magico, non mi stancherò mai di ripeterlo (facendo mia la definizione della persona che me lo ha consigliato), ha scritto questo libro che è difficile classificare. Sentimentale? Certo. Un libro di formazione? Anche. Eros e Thanatos (non ho studiato greco, pardon se non si scrive così)? Sì. Ecco, la storia che Toru, il protagonista, racconta ricordando i suoi vent'anni è una storia di amore e morte, e dopo la morte la rinascita; l'amore per Naoko nasce da una morte, e da morti è costellata la storia: vita e morte sono indissolubilmente legate. Quando lo capisce allora inizia a vivere e lascia andare le cose come è giusto vadano.

Tre uomini paradossali, di Girolamo De Michele. Dopo Scirocco, ho letto subito il primo libro di questo scrittore che mi ha davvero conquistato. Ritornano il taciturno poliziotto Andrea, il narratore ingenuo e sempre in ritardo sugli avvenimenti ed infine Cristiano, detenuto politico, che legge Manzoni e scrive saggi letterari. Il suicidio (o forse un omicidio?) di un ricco industriale porta con sé alcuni segreti che riguardano anche i tre amici, segreti che raccontano della violenza degli anni 70, degli scontri politici ma soprattutto delle persone che in quell'epoca sono cresciuti e maturati.

Il mambo degli orsi, di Joe R. Lansdale. Hap e Leonard, la stessa coppia di Rumble Tumble ed altri libri dello scrittore texano, vengono incaricati di partire alla ricerca di Florida, ex ragazza di Hap, partita per una cittadina razzista dominata dal Ku Klux Klan e di cui si sono perse le tracce. Così fra risse e sparatorie Lansdale ci dipinge un mondo del tutto iperreale e surreale ma tremendamente reale, appunto. Con il solito stile divertente e con le solite e geniali, per Lansdale, trovate linguistiche. Sandrone Dazieri nella postfazione ha scritto che uno scrittore di noir dopo aver letto un libro così dovrebbe andare ad ubriacarsi e cambiare mestiere.

Infine un film, Munich, di Steven Spielberg, di cui tanto si è parlato, quindi non mi dilungo. Discreto, non un capolavoro ma si può vedere: c'è tensione, c'è voglia di vedere come va a finire e Spielberg non si lascia prendere troppo la mano con effetti speciali e virtuosismi registici. Un limite, visto il tema delicato (la vendetta israeliana contro i responsabili, o presunti tali, dell'attentato di Monaco), è il fatto che il tutto viene ridotto ad un thriller e la questione israelo-palestinese viene quasi decontestualizzata (tranne alcuni tenui tentativi), e alla fine dando un colpo al cerchio e uno alla botte Spielberg, nonostante sembri criticare Israele, non prende apertamente posizione: il messaggio pacifista è che il terrorismo è brutto (grazie); mi sembra un po' riduttivo e troppo semplice, no?