Moebius

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domenica 27 marzo 2005

Crash, di James G. Ballard

(post del 4/10/2004)

 

«Il matrimonio tra ragione e incubo che ha dominato il ventesimo secolo ha generato un mondo sempre più ambiguo. Il paesaggio delle comunicazioni è attraversato dagli spettri di sinistre tecnologie e dai sogni che il denaro può comprare. Sistemi d’armi termonucleari e pubblicità televisive di bibite coesistono in un mondo sovrailluminato che ubbidisce alla pubblicità e agli pseudo-eventi, alla scienza e alla pornografia. Alle nostre vite presiedono i due grandi leitmotiv gemelli del ventesimo secolo: sesso e paranoia. Né la soddisfazione di McLuhan per i mosaici informativi ad alta velocità può farci dimenticare il profondo pessimismo espresso da Freud in Il disagio della civiltà. Voyeurismo, disgusto di sé, la base infantile dei nostri sogni e dei nostri desideri – questi mali della psiche sono ora culminati nella perdita più atroce del secolo: la morte del sentimento.

Questa dipartita ha spianato la strada a tutti i nostri piaceri più concreti e delicati – quelli delle delizie del dolore e della mutilazione; del sesso come arena perfetta, come brodo di coltura di sterile pus, per tutte le veroniche delle nostre perversioni; della libertà di attendere alla nostra psicopatologia come a un gioco; dell’illimitatezza delle nostre capacità di concettualizzazione. Ciò che i nostri figli hanno da temere realmente non sono le autostrade del domani, bensì il nostro sottile piacere nel calcolare più eleganti parametri delle loro morti».

 

J. G. Ballard – Postfazione a “Crash”

 

 

Chi si dovesse chiedere quale sia il significato di un libro come Crash, libro scritto nel 1973, può leggere la postfazione allo stesso libro, scritta dal suo autore nel 1974, di cui ho riportato il brano iniziale.

Crash è un romanzo che il suo stesso autore definisce di fantascienza e pornografico.

 

Il romanzo racconta le vicende di una serie di personaggi che risolve la propria vita nei suoi atti sessuali, a cominciare dal narratore e protagonista, James Ballard (ma non credo che il romanzo sia autobiografico; forse solo a livello metaforico, ma non è importante). Dopo uno o più incidenti d’auto i protagonisti per continuare a “vivere” si attaccano in maniera morbosa all’oggetto dei loro guai, l’automobile appunto, su cui riversano ogni frustrazione ma anche ambizione sessuale. L’automobile diventa metafora del mondo moderno, simbolo della sua tecnologia con la quale entriamo quasi in simbiosi quotidianamente. E da qui nasce anche la morbosa passione per le morti in auto famose (James Dean, Kennedy, ecc.), tema che Ballard aveva già sviluppato in La mostra delle atrocità (che può considerarsi un prologo e un compendio teorico a Crash), in cui l’autore (soprattutto nelle note, che rendono il libro leggibile, sennò non lo sarebbe) spiega le relazione fra la tecnologia, i media, i personaggi dei media e che fanno parte del nostro immaginario, e quindi come si forma il nostro immaginario.

 

È un romanzo fantascienza, Crash, anche se non parla di astronavi, alieni, mondi virtuali ma di incidenti d’auto, di amplessi, e delle nostre paure inconsce che vengono esorcizzate nel connubio fra la tecnologia e la materia umana più ancestrale, il sesso, che prelude ad una fusione dell’uomo con la tecnologia. È un romanzo di fantascienza perché il suo autore ha cominciato con la fantascienza ed è da considerarsi il massimo esponente della new wave, che molto ha contribuito a sdoganare la fantascienza (al punto che chi non conosce Ballard e non legge la suddetta postfazione difficilmente interpreterebbe questo romanzo come un romanzo di fantascienza).

Ma il suo essere un romanzo fantascientifico sta proprio nel descrivere una vicenda assolutamente irreale (forse iperreale) in cui l’autore parla della nostra epoca, delle nostre paure, e del modo in cui viviamo il nostro mondo. Ed è un romanzo fantascientifico per quello che si è detto, per il suo proclamare un connubio fra la tecnologia (nello specifico l’automobile, ma il discorso è più generale) con la fisicità dell’uomo, che si realizza in tutta una serie di atti sessuali realizzati in auto, più o meno devianti. E questo aspetto (la fusione, seppur a livello metaforico, dell’uomo con la tecnologia) fa comprendere perché Ballard venga spesso e volentieri citato come uno degli autori a cui il cyberpunk ha guardato di più e lo cita come modello.

È un romanzo pornografico… beh, lo avrete capito il perché. Il romanzo descrive tutta una serie di atti sessuali da un punto di vista meramente meccanico, come una serie di ingranaggi e di liquidi che entrano in contatto: non c’è sentimento, non c’è umanità, è la vita moderna stessa ad essere “pornografica”.

 

 

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