Moebius

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mercoledì 28 novembre 2007

Groppo

Stasera c'ho un groppo; non so perché ma sento una sorta di nodo alla stomaco. Dovrei studiare ma non mi va, non me la sento, voglio stare senza fare niente.


C'ho un nodo in testa, pure. Sento una sorta di blocco, mi sento schiacciato. Che fare?

lunedì 26 novembre 2007

Non capisco niente di scacchi

Due post in meno di 24 ore, non vi ci abituate.


Libero per un giorno dagli impegni del master (libero perché mi sono preso una giornata per non fare niente e perché ieri non avevo consegne, altrimenti le cose da studiare non mancherebbero...) mi sono immerso nella lettura come non facevo da tanto tempo, passando l'intera giornata (d'accordo non avevo niente di meglio da fare) fra le pagine di un romanzo, secondo me, fantastico, un vero gioiello: La regina degli scacchi, di Walter Tevis.


Ho iniziato a leggere le avventure di Beth Harmon due-tre giorni fa e ieri mi sono divorato le rimanenti 300 pagine senza quasi accorgermi dello scorrere del tempo.


Beth ad otto anni rimane orfana e viene affidata ad una casa per minori: è una bambina insicura, piena di paure, ma scopre di avere una passione, ed un talento, gli scacchi, talento che la arcigna direttrice della scuola tenterà di tarpare. Beth cresce immaginando nella sua testa le partite di scacchi, studiando le varianti più note, immaginando i pezzi che si muovono sulla scacchiera in una danza perfetta, scovando corridoi e pertugi attraverso i quali far passare i suoi pedoni, cavalli, alfieri e regine che solo lei riesce a vedere. Beth però cresce anche con una pericolosa dipendenza dai tranquillanti, cosa che continuerà anche dopo che, a 13 anni, sarà adottata.


La regina degli scacchi racconta la vita di una giovane scacchista, bambina prodigio che quando inizia a partecipare ai primi tornei stupisce tutti col suo stile di gioco aggressivo ed intuitivo, ed è scritto così bene che pur senza capire niente di scacchi e di cosa significhi mettere un pedone in d5 il lettore non può non desiderare di vedere come andrà a finire, se Beth coronerà il suo sogno e batterà i più grandi scacchisti del mondo.


Ma al centro c'è sempre e comunque Beth, prima bambina, poi adolescente ed infine giovane donna, che scopre la vita a poco a poco ma sempre senza godersela perché al primo posto vengono gli scacchi e solo gli scacchi, non imparando a gestire i rapporti umani, non traendo grande godimento dal sesso, poco attenta alle amicizie; il lettore segue le vicende di Beth, con tutte le sue debolezze ed insicurezze e con la sua incredibile forza davanti ad una scacchiera, e spera che Beth cresca e trovi le sue rivincite nella vita. E alla fine Beth cresce, cresce per davvero quando intuisce che rischia di sprecare il suo talento e di perdere le cose davvero importanti, ma dietro l'angolo vi sono sempre gli scacchi, sempre e comunque.


Come detto, ho trovato favoloso questo romanzo, era tanto tempo che un libro non mi risucchiava così al suo interno per lasciarmi solo all'ultima pagina. Si tratta poi di un libro che non ho potuto fare a meno di ricollegare ad un altro capolavoro che ho letto lo scorso anno, Infinite Jest di David Foster Wallace, sicuramente influenzato da Tavis, per esempio nella tematica della dipendenza dai farmaci o per quella competizione (negli scacchi in Tavis, nel tennis in Wallace) che riassume in modo totalizzante la vita dei giovani protagonisti.


Insomma leggetelo!

domenica 25 novembre 2007

Still alive

Vengo da alcuni giorni, anzi alcune settimane davvero devastanti sotto ogni punto di vista, fisico e psicologico.


Come al solito mi sono stressato dietro alla roba da consegnare per il master, oltre al fatto che la scorsa settimana c'era pure la settimana full immersion. Questa settimana è stata la volta della stesura del documento di progetto di un ipotetico corso in e-learning: noi da bravi aspiranti instructional designer ci siamo rimboccati le maniche e alla fine abbiamo fatto collimare (quasi) ogni pezzo. Non vi dico la stanchezza: oggi non si fa niente, non mi frega niente.


Novita al lavoro: la mia azienda ha deciso di mandare tutti a casa, con non si sa bene quali risvolti legali per il momento; quel che è certo è che, visto che il mio contratto scade il 31 dicembre, dal primo gennaio sarò libero. A questo punto penserò solo a finire sto master e poi mi occuperò di cercare un altro lavoro.


Come sto? Non so. La scorsa settimana ho avuto un momento di crisi come non ne avevo da tanto tempo, che mi hanno riportato a momenti molto bui, legato alla fatica, soprattutto mentale, di questo carico di cose alle quali pensare, ma a volte se guardo a fondo, scorgo qualcosa che non riesco a capire del tutto, sempre pronto a riaffiorare: insicurezze, indecisioni, paure, tutta roba che non se ne va nemmeno con le cannonate. Cerco di dare ordine alla mia vita, di sistemare un po' di cose ma sento di non avere sempre le forze per scardinare vecchie incrostazioni e creare qualcosa di meglio. Continuo a cercare appoggi alla mia andatura traballante.

martedì 13 novembre 2007

Stasera dovrei studiare, ma come al solito c'ho poca voglia e mi girano le palle. Entro la fine della settimana devo consegnare tre lavori più un quarto all'inizio della prossima, e si tratta anche di roba abbastanza lunga e rognosa. Magari mi sarei dovuto anticipare dalla settimana precedente ma di tempo ce ne ho avuto poco al di là della poca voglia.


Ah, naturalmente sta settimana sono oberato di impegni, visto che il master sta settimana mi impegna tutti i giorni con le lezioni... Dovrei passare le nottate a studiare, ma se po'? Poi sono abbastanza incazzato, il master è organizzato una chiavica per certe cose, come le scadenze che si sovrappongono l'una sull'altra, o le faccende burocratiche che vengono comunicate all'ultimo momento (l'ultima proprio stasera: i documenti per il visto per gli Usa andrebbero consegnati entro il 24 novembre, e io, come altre persone manco c'ho il passaporto e sarà impossibile farlo entro quella data nemmeno se avessi modo di andarlo a richiedere, visto il tempo che ci vuole; poi un'altra bella notizia: gli americani vogliono pure una dichiarazione della banca che tu hai almeno 3000 $ sul conto, oppure una lettera di uno sponsor che garantisca per te, per farti entrare).


Vabbè, vi saluto, ai prossimi aggiornamenti.

sabato 10 novembre 2007

Ultime lettere prima della battaglia

Scrivo stasera, con Ben Harper nelle orecchie, mentre attendo di uscire per una serata tra amici, perché i prossimi giorni ho paura che avrò davvero poco tempo per farlo.


Sta settimana è stata strana e stressante pur non avendo fatto niente di particolare; da tempo penso a cosa fare dopo il 31 dicembre, quando mi scadrà il contratto, e sono sempre più convinto di lasciar perdere il lavoro e dedicarmi al master per gli ultimi mesi (anche perché la situazione aziendale è tale che c'è da sperare poco in un rinnovo), sperando poi in qualcosa di buono.


Oggi ho passato tutta la giornata a studiare, più o meno, domani al lavoro e da lunedì tutti i giorni a lezione, con varie cose da consegnare entro la fine della settimana di tempo per scrivere ne avrò davvero poco. In compenso dalla prossima settimana non lavorerò più la domenica, ed è una liberazione poter tornare ad avere un giorno di riposo a settimana (magari da dedicare allo studio ma sti cazzi), nel quale se proprio dovessi avere tanta voglia potrei anche tornare a pedalare un po', che è una vita che non lo faccio. Troppa attività intellettuale sto periodo, e si vede...


 

giovedì 8 novembre 2007

Ultimatum

Ieri sera per annegare il dispiacere di veder giocare male la mia Roma (un altro 2-2, sta diventando una brutta abitudine...) sono andato al cinema, con l'intenzione di rilassarmi e dedicare un po' di tempo ad altre cose rispetto allo studio.


I miei amici volevano The Bourne Ultimatum: io manco ho visto i precedenti, ma mi sono detto che un film d'azione è un film d'azione e tanto la trama conta poco. E infatti è così, solo che di trama non ce n'è proprio traccia: inseguimenti e botte, inseguimenti e botte, inseguimenti e botte, e quando alla fine si svela il segreto di Bourne come colpo di scena mi è parso una gran cazzata. Si capisce solo che i cattivi (la Cia) devono ammazzare Bourne, che Bourne deve ammazzare tanti cattivi per recuperare la sua memoria e li ammazza. Movimenti di macchina ossessivi, scomposti al punto che non si riesce nemmeno a seguire una scena senza avere il mal di testa (un mio amico ha detto che si distraeva a pensare ad altro... io mi sono perfino appisolato in qualche momento, ma la mia era soprattutto stanchezza).


E poi spiegatemi perché Bourne prende un sacco di botte senza farsi un cazzo, per non parlare poi del fatto che viene coinvolto in un casino di incidenti d'auto e ne esce sempre senza farsi niente! Almeno Bruce Willis in Die Hard quando si cappotta con la macchina ne esce malconcio e ridotto uno straccio, e ti butta lì anche la battutona a effetto (John McClane è ironico almeno, Bourne manco un po' e Matt Damon pare abbastanza imbalsamato).


Chissà, magari mi sono perso qualcosa di importante nei film precedenti...

domenica 4 novembre 2007

Oggi ho deciso che non studio, basta mi sto stressando e non ce la faccio più, mezza giornata di riposo mi ci vuole, anche perché mi rode abbastanza che la Roma da 2-0 si è fatta rimontare 2-2 dopo essersi mangiata 4-5 volte il terzo gol...


Ora me ne sto sdraito sul divano (cioè non proprio ora ora...) a leggere L'isola di cemento di J.G. Ballard, ennesimo incubo metropolitano del grande scrittore inglese, a cercare di pensare a qualcosa che non sia necessariamente lavoro o master, come accade nell'ultimo periodo. Poi sto periodo avrei davvero voglia e necessità di pensare ad altro, di distrarmi, ed invece passo le giornate davanti al computer, senza vedere o sentire nessuno, collegato col mondo circostante solo col messenger o con skype.


Prima ho fatto un giretto in libreria e ho visto che ci sono nuove uscite che mi interessano, ma, vuoi perché aspetto il pagamento di qualche stipendio arretrato, vuoi perché tanto ho pochissimo tempo per leggere, per ora mi tocca rimandare gli acquisti. Tra le altre cose c'è un inedito di Tolkien (in realtà la solita raccolta tratta dai suoi quaderni rimessa insieme dal figlio) che mi ha riportato con la mente a tanto tanto tempo fa, quando intorno ai 12-13 anni mi immersi nel Signore degli Anelli, perso in quel mondo fatato di elfi, nani e orchi, per uscirne solo mesi dopo, capendo quali meravigliose cose potevano nascondersi fra le pagine stampate.


Ecco, sti giorni sto sentendo la mancanza di quelle lunghe ore passate a leggere che da allora contraddistingono la mia via; mi manca qualcosa, fra le tante.


In questi giorni continua poi lo strano momento che ho già descritto una decina di giorni fa, fatto di luci ed ombre; alcune ombre si sono chiarite meglio, putroppo e le strane sensazioni sono meno strane.

venerdì 2 novembre 2007

Dopatevi di musica!

Stamattina mi viene voglia di segnalarvi sta notizia che ho appena letto su Repubblica.


Da appassionato di sport, soprattutto degli sport di fatica (chi mi conosce sa della mia passione per il ciclismo), mi incuriosisce, mi stupisce, mi fa ridere la notizia che proviene dagli Usa in vista della prossima maratona di New York: lettori MP3 vietati per i partecipanti perché la musica altera le prestazioni! Magari un amatore può essersi fatto una cura di Epo prima di partire per New York e correre la sua maratona della vita in 3 ore, tanto non sarà mai controllato, ma se un vecchietto che impiegherà otto ore a completare tutti i 42 e passa km avrà delle cuffiette rischierà la squalifica... Che paese l'America...