Lancioooooooo!

Sono quasi le otto: stamattina sono deciso, prendo vado in bagno, mi vesto e filo in biblioteca. Perché devo studiare, devo studiare, devo studiare. Non so che è successo ma la testa è più sgombra, sembra che io sappia quasi cosa scrivere sulla mia tesi e la cosa non so perché mi riempie di ottimismo. Ce la potrei fare, devo solo crederci.

Ho ripreso a scrivere, solo poche pagine finora, ma riuscirò a tirare tutti i fili entro breve, devo solo studiare alcune cose e poi mi risveglierò dalla trance e avrò davanti la tesi già rilegata. Sento le idee nella testa, come non mi capitava da tempo: forse bastava davvero sbrigare le pratiche burocratiche e iscrivermi alla sessione di laurea invernale (anche se si svolge ad aprile) per trovare il modo di uscire dal mio limbo.

Giorni fa avevo scritto che cercavo un equilibrio: non l’ho trovato, ma ho come l’impressione di essermi appoggiato su una piattaforma stabile, finché regge. Speriamo che lo faccia almeno fino al 31 marzo. A quel punto mi tuffo nel vuoto che sta oltre a quella piattaforma: non so cosa troverò ma riparte la caccia all’equilibrio.

Oggi che sono ottimista che neanche Tonino Guerra che va a comprare un nuovo tv al plasma potrebbe eguagliarmi mi sento di dire che magari l’equilibrio potrei anche non trovarlo, ma me ne frego, verrà lui a cercarmi, per quello che forse bisogna compiere è propria la ricerca, non necessariamente di equilibrio. Ricerca di qualsiasi cosa: il segreto è che non dobbiamo stare fermi, mai, ma muoverci. E per far questo abbiamo bisogno della curiosità di conoscere, anche solo come andrà avanti la vita. E poi curiosità di conoscere qualsiasi cosa ci faccia crescere: nuove persone, nuovi avvenimenti, nuove idee, e tutto quello che veicola le idee.

Il fatto che sento delle idee in testa mi fa pensare che sono queste il vero motore, almeno per me: finché ne avrò significherà che sto compiendo quella ricerca, che probabilmente non finirà mai perché di nuove cose da trovare ce ne saranno in quantità.

Perché dobbiamo sempre ricordare che non siamo stati fatti per viver come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza, come diceva il poeta. Come Ulisse siamo pronti al folle volo e dobbiamo esserlo sempre, perché altrimenti mancheremmo il nostro vero scopo. Pronti a volare, in modo folle perché se ci lanciamo dalla piattaforma su cui ogni tanto ci posiamo non sappiamo dove andremo a cadere. E bisogna essere folli per farlo, e in fondo siamo tutti un po’ folli. Io di sicuro. Ho ricaricato le pile e mi lancio, magari pure senza paracadute!

 

Un’ultima cosa, lascio una mimosa virtuale per tutte le donne!