Moebius

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sabato 12 marzo 2005

Fantasmi semiotici

«”Se vuoi una spiegazione più colta, diciamo che hai visto un fantasma semiotico. Tutte queste storie di visitatori e di UFO, per fare un esempio, sono collegate ad un certo tipo di visioni fantascientifiche che ormai sono diffusissime nella nostra cultura. Un alieno può andarmi bene, ma non un alieno che somiglia ad un fumetto degli anni 50. Sono frammenti semiotici, fantasmi di questo immaginario collettivo che si sono seccati e hanno preso vita autonoma, come le aeronavi alla Jules Verne che quei vecchi contadini del Kansas continuavano a vedere. Tu hai visto un tipo di fantasma diverso, tutto qui. Quel buffo aeroplano, una volta, faceva parte dell’inconscio collettivo. Tu sei andato a ripescarlo, non so dirti come, ma l’hai fatto. L’importante è che non te ne preoccupi troppo.”

E io invece me ne preoccupavo proprio.

 

……

 

Ma cosa dovevo fare?

Guarda molta televisione, soprattutto giochi a premi e telenovelas. Vai a vedere dei film porno. Hai mai visto Nazi Love Motel? Qui lo danno via cavo. È veramente disgustoso. È proprio quello che ti serve”.

Di che cosa stava parlando?

“Smettila di strillare e stammi a sentire. Adesso ti rivelo un trucco del mestiere: sono le peggiori stronzate dei media che possono esorcizzare i tuoi spettri semiotici. Se è servito a me per tenere lontani gli alieni e i dischi volanti dovrebbe funzionare anche con i tuoi incubi futuristici Art Déco. Provaci. Che cos’hai da perdere?”».

 

William Gibson – Il continuum di Gernsback (dalle raccolte “La notte che bruciammo Chrome” di William Gibson, e “Mirrorshades”, a cura di Bruce Sterling)

1 commento:

  1. "Un fantasma semiotico"! Sono queste definizioni che fanno la grandezza di Gibson.

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