Moebius

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martedì 28 giugno 2005

Quando qualche parola entra nella nostra vita

È parecchio che non scrivo niente di me, o quasi, e qualcuno, forse, se c’è qualche lettore attento, ci avrà fatto caso. È perché un po’ non ritengo di avere grandi cose da rivelare al mondo, e un po’ perché preferisco tenere per me i pensieri che in questo periodo mi feriscono e mi fanno vivere in un perenne black-out emotivo e razionale.

 

Per questo motivo, per questo black-out che vivo, scrivo poco di me. Per questo motivo faccio sempre meno cose. Per questo motivo mi butto sui libri, così mi rilasso. Per questo motivo mi guardo un film. E non faccio niente. È un black-out che va avanti da un po’ di tempo, e non dipende da nessuno, o, se vi dipende, solo in parte. Il fatto è che psicologicamente sono un disastro, sono instabile, e cerco sempre qualche appiglio che tirarmi su ma di appigli ne vedo sempre di meno. Non ho equilibrio, come ho detto tante volte, e devo trovarlo, per forza. Sennò finisce che mi disgreghi al vento, granello dopo granello. Mi chiedo quanto sia rimasto di me.

 

Non ho motivi apparenti per stare così, eppure mi sento fragile e incompleto. Mi manca qualcosa, mi manca sempre qualcosa. Avrei bisogno che accadesse qualcosa, qualche piccolo evento che cominci a ridare e a spiegare il significato di questa esistenza.

 

Ancora una volta mi ritrovo a scrivere di come a volte leggendo un bel libro si ha l’impressione che quelle pagine mi aspettavano, da sempre. Vi voglio parlare, anche se ho solo superato la metà, di Dance Dance Dance di Haruki Murakami, un libro magico, direi.

Il protagonista senza nome del libro (chissà se lo troverà alla fine, secondo me no: forse sta qui la magia, è facile immedesimarsi in un personaggio senza nome) è un giornalista free-lance (che si occupa di eno-gastronomia) che si trova a fare il proprio lavoro più perché va fatto e lo pagano che per altro (è come spalare la neve, spalare la neve della cultura). Però viene da un periodo di buio nella propria vita, da cui ne è uscito con lo scopo di trovare una spiegazione ed un significato da attribuire alla sua esistenza. Questo significato comincia a cercarlo nelle piccole cose, in strani e misteriosi viaggi, in piccoli incontri con persone a lui in qualche modo affini e, soprattutto, immergendosi nella realtà, ficcandoci dentro la testa per vedere quello che c’è sotto.

 

È un libro molto metafisico, surreale, in cui quello che appare reale sembra, più probabilmente, artificioso, come se la gente avesse sempre una maschera sul viso, che cala solo in rari momenti, e come vivessimo solo in un grande set (ma con alcune persone, quelle giuste, si può calare la maschera, anzi, cade da sola).

E quello che invece appare del tutto irreale, inesistente, vacuo, frutto di sogni o di illusioni, è invece davanti a noi, e dobbiamo rassegnarci alla sua esistenza, anche perché è l’unica cosa che aiuta a rimettere ordine, anche se sembra avere a che fare con una dimensione diversa della nostra realtà, con una dimensione forse psicologica, forse paranormale, forse reale quanto l’altra, solo che non tutti sono in grado di guardarvi dentro.

Perché se stiamo perdendo i fili della nostra vita l’unica cosa che possiamo fare è danzare, seguire i passi, che prima saranno titubanti, incerti, perché appaiono nuovi, ma poi li ricorderemo cominceremo a danzare senza fermarci. E danzando si attraversa tutta la pista, si scopre che tutto è collegato, ogni evento e ogni incontro, e forse si tesse una trama dotata di senso.

Forse c’è un uomo pecora per ognuno di noi, che assume forme diverse e parla lingue diverse, ma che saprà indicarci, comunque, la via per iniziare la danza.

 

Ecco, in questo momento mi sento senza appigli. Non conosco i passi, e aspetto che qualcuno mi faccia un segno per capire da dove iniziare. Ho bisogno di ricaricare le batterie, e di rimettere a posto i granelli di sabbia scappati, portati via dal vento. E allora muovermi, piano piano, e danzare.

15 commenti:

  1. L'economia italiana è entrata nella fase di maggior crisi in assoluto e ciò è dovuto a tanti anni di ricerca scientifica praticamente assente. Il mondo politico tutto, perfino in quest'ora così oscura, si rifiuta di correre ai ripari investendo cifre significative in ricerca. Ormai è drammaticamente tardi. Spedisci una e-mail ai partiti che voti chiedendo con forza che si ritorni ad investire in ricerca.

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  2. no oggi nessuno mi ha usato come sedile! :P

    però avevo una simpatica "comitiva" di paese!

    ciao ste

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  3. io non sarei così sicuro che gli "appigli" siano una buona cosa...e neanche che tu abbia bisogno di stimoli esterni, anzi: magari avevi proprio bisogno di un po' di cazzeggio così per avere il tempo necessario a guardarti dentro, ascoltarti, capirti e curare ciò che non va...
    quasi sempre quel che cerchiamo ci sta sotto gli occhi, anche se sotto mentite spoglie: la vita non ha poi tutta la fantasia che le attribuiamo noi e, gira e rigira, siamo proprio tutti uguali, abbiamo tutti storie simili!
    :D

    io t'abbraccio
    (e le tue parole non si perdono da me! :* )

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  4. Mi dispiace leggere che hai cose che ti feriscono ...

    Sento appartenermi una specie di apatia simile alla tua. Io contrariamente a te leggo pochissimo, faccio fatica a veder film, non riesco a cercar persone per far qualcosa. Mi sento svuotata. Malinconica. Mi sento sola.
    E non so perchè.. è come se tutta la mia vita in pochi mesi fosse andata puttane e non so cosa ho sbagliato... ho visto amiche allontanarsi da me, senza darmi spiegazioni e trincerandosi dietro scuse: il lavoro... non ho tempo.
    Non lo hanno per me...
    Ho visto equilibri diventare fragili e insostenibili nelle mie quattro mura domestiche... e sento che vorrei dare un calcio a tutti e tutto .. a me per prima, ma non posso...
    Un abbraccio, felice di leggere le tue parole per questo libro che ho sentito cosi magico come pochi nella mia vita...

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  5. penso di capirti, situazione strana altalenante...am dipende da noi, gli appigli stanno in noi...
    forza e coraggio ste, non sei la persona che si piange addosso...sei sensibile e maturo, l'uomo pecora che è in te per fortuna si fa sentire poco...

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  6. ti consiglio di leggere "sotto il segno della pecora" di cui "dance dance dance" è il seguito... capirai molte cose, soprattutto sul mitico uomo pecora ;-)

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  7. quanto ti capisco, sai. come direbbe un mio amico: "grinta, grinta!". ma io mica ci credo.

    un bacio.

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  8. Stefano,
    Paris c'est Paris... che dire :)
    Immagino che tu sia stato invece spesso a Londra, quando io mai...
    Mi dispiace che tu abbia sentito tue le mie parole. Non sono parole felici...
    un bacio

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  9. Oh Phil, fai esplodere le tue qualità: questi momenti "no" capitano a tutti noi...Ma con coraggio bisogna uscirne!

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  10. sono d'accordo con il saggio Torque ... forza e coraggio!

    buongiorno anche te caro Ste' :)
    zak

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  11. 'giorno ste!

    oggi siamo più positivi?

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  12. leggo solo ora questo bel post introspettivo...
    ha ragione sophie. gli appigli implicano un sostegno esterno mentre ognuno di noi deve cercare il senso della propria esistenza in se stessi.

    " Questo significato comincia a cercarlo nelle piccole cose, in strani e misteriosi viaggi, in piccoli incontri con persone a lui in qualche modo affini e, soprattutto, immergendosi nella realtà, ficcandoci dentro la testa per vedere quello che c’è sotto".
    Bellissima questa citazione Ste!

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  13. ehi milita', non era una citazione, era farina del mio sacco!

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