Moebius

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sabato 25 giugno 2005

sshhh!

Ho parlato più volte della mia passione per i libri, per quello che c’è scritto dentro e per gli oggetti in quanto tali. Il fatto è che quello dei libri è mondo strano in cui tuffarsi. Il più delle volte trovo sempre il modo di buttarmici dentro o quando sono triste o quando sono allegro, ogni momento è buono. Soprattutto quando mi gira male, i libri sono amici che difficilmente voltano le spalle, che ci ascoltano, e che ci parlano soprattutto.

Un libro comincia a parlare fin da quando entri in una libreria o in una biblioteca, e giri fra gli scaffali cercando di individuare quelli che fanno al caso tuo. E la scelta non sempre è facile, per me che, appena mi ficco fra le pile di libri, ne individuo subito un bel mucchio che potrebbero piacermi. Allora come si fa a scegliere? Li si ascolta, i libri. Dico davvero, non ce ne accorgiamo, nemmeno io me ne accorgo, e se accade me ne ricordo solo saltuariamente, come ora.

Hanno strane strategie per farsi riconoscere da te, alcuni urlano, strepitano, sono pieni di lucine colorate e suonano il clacson: ehi, mi comprano tutti, tu che fai? Passi oltre? Sono chiassosi, e forse proprio per questo li eviti. Altri invece stanno zitti, sicuri che nessuno nemmeno li guarderà. Molti, forse la maggioranza, fanno un fischio, o un cenno, per richiamare l’attenzione di quelli che sanno potrebbero apprezzarli. E poi bisbigliano nelle orecchie dei possibili lettori, per farsi acquistare. Naturalmente il linguaggio è strano e spesso non lo capiamo, a volte però a livello inconscio ci facciamo guidare da quei sussurri, a seconda del nostro umore.

Ci sono i libri bulli, che cercano di mettersi in mostra, quelli che si fanno gli affari loro, quelli che restano nell’ombra e che sbucano da un vicolo per proporti un affare (spesso sono fregature, ma qualche volta si cela una sorpresa). E ci sono quelli che ti sono simpatici, che sono un po’ solitari, che se ne stanno per i fatti loro, ma che pensi sempre possano essere più grandi di quelli che sembra. Si tengono volutamente nascosti, perché aspettano la persona giusta. E allora iniziano a parlare, parlano e ti parlano di te, o di come ti senti, o di come eri un tempo, o di come potresti essere in futuro. Ma parlano invariabilmente di te.

mi è capitato più volte. E anche ora, per esempio, con il brano che riporto.

 

«Ci sono persone che riconoscono la mia “normalità” e ne sono attratte. Queste rare persone e io ci attiriamo a vicenda, come pianeti sospesi nel buio dell’universo, che una forza irresistibile avvicina l’uno all’altro, per poi allontanarli di nuovo. Mi cercano, creano un bel rapporto con me, e un bel giorno se ne vanno. Possono essere amici, amanti, mogli. Anche nemici. Ma sempre, prima o poi, se ne vanno. Per stanchezza, disperazione, o perché le cose che avevano da dire si erano esaurite, come un rubinetto che non da più acqua. Da me ci sono due porte, una per entrare e una per uscire. Rigorosamente diverse. Dalla porta d’ingresso non si può uscire e da quella d’uscita non si può entrare. Tutti seguono questa regola. Possono variare le modalità, ma tutti finiscono per andare via. C’è chi è andato via per sperimentare nuove, chi per risparmiare tempo. Qualcuno è morto. Fatto sta che non è rimasto nessuno. Tranne me, unico superstite. La loro assenza è sempre con me. Le loro parole, i loro respiri, i motivi canticchiati a bassa voce, aleggiano come polvere negli angoli di casa mia.»

 

Haruki Murakami – Dance Dance Dance

 

4 commenti:

  1. è verissimo, ste: anche a me i libri (e i film) dicono un sacco di cose. e quando ne incontri uno che ti attrae particolarmente, anche se non sai perché, stai quasi sicuro che lì c'è proprio qualcosa per te!
    che poi in realtà, credo sia così con tutto, nella vita: il mondo ci parla in mille modi, e noi dobbiamo soltanto imparare a decifrarlo!
    un bacio!
    :)

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  2. errata corrige: a un certo punto nel brano è "sperimentare nuove cose" :)
    []
    sophiuccia: hai per caso una stele di rosetta per decifrarlo, il mondo? tra l'altro, che il mondo di parla, e le cose intorno a noi sono lì per noi, è un po' il senso del libro :)

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  3. capisco quello che dici. io ho cominciato ad apprezzare la lettura molto tardi, dai venti anni in poi. In questo ultimo periodo gli affanni quotidiani mi hanno un po' allontanato dai libri (tranne che da quelli che mi servono per la tesi) ma quando riesco a prenderne uno e leggerlo senti che cambia qualcosa... i libri ci fanno più felici e ci aiutano a vivere meglio.
    Buon week end!

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  4. beh non so come, ma il brano che hai riportato e' esattamente come sono io.
    non come mi sento, come sono.
    voglio quel libro.
    grazie per aver riportato quel brano.

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