Moebius

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giovedì 9 giugno 2005

Old Boy

Un film coreano. Mmmhhh… Niente mmmhhhh, per favore. Stiamo parlando di cose serie. Old Boy, ragazzi miei, è un film da vedere, per forza, se amate il cinema, quello vero, quello curato nella forma e che ti schiaffa davanti una storia dura, cruda, che ti lascia quasi inorridito e orripilato ma non per la violenza del film, che direi quasi catartica (eh, che originalità, non lo dice mai nessuno parlando di un film pieno di sangue e scene truculente), quanto piuttosto per la trama stessa, per il colpo di scena quasi finale.

 


 

Un uomo viene rinchiuso per 15 anni in una stanza, lasciato solo a diventare pazzo, iroso e assetato di vendetta. Una vendetta cieca che non dovrebbe (vorrebbe) conoscere alcun ostacolo. 15 anni segregato, a prendere a pugni un muro, con l’unica compagnia della tv, attraverso la quale scopre che avrebbe ucciso la moglie. Poi la luce del sole, libero, libero di vendicarsi. Ha 5 giorni per trovare chi lo ha rinchiuso e soprattutto per capire perché.

Incontrerà una bella ragazza (bella davvero: saranno tutte così le coreane? Purtroppo mi sa di no) che lo aiuterà o forse no.

Vendetta. Combattimenti a mani nude, a colpi di martello, denti cavati, sempre col suddetto martello, dieci, venti avversari tutti insieme, stesi anche con un coltello nella schiena. Ma questo non è niente, perché il film non si risolve qui, ragazzi, è molto ma molto peggio.

 


 

La violenza, la lotta, il combattimento, i denti cavati, le mani mozzate, sono tutte degli strumenti per arrivare alla verità. Perché tutto ha una causa, ogni causa ha un effetto. Tutto è collegato e solo dentro di noi risiede la verità, basta avere la volontà di cercarla. E la volontà di vendicarsi, perché la vendetta è un piatto che va consumato, freddo, freddissimo.




Un film tipicamente asiatico, per questo aspetto per il quale ogni cosa è collegata, ogni causa ha un suo effetto, e genera una reazione a catena, che è tipicamente orientale, secondo me. Ma è un film tipicamente asiatico anche nella forma, nella riflessione e nella ricerca individuale interiore di una verità, di una realtà. Di una realtà che è sempre una prigione, piccola come una stanza o grande quanto il mondo intero.



 

Da un punto di vista formale non è molto tarantiniano, secondo me, come si dice da mesi da quando questo film è stato presentato al Festival di Venezia, giusto per il tema della vendetta, che Tarantino tratta in Kill Bill. Si legge molto l’influsso di un classico del cinema d’azione orientale come John Woo, quello vero. Ma non solo, perché ridurlo ad un film d’azione, è riduttivo, molto riduttivo. Tecnicamente è fenomenale, e ve lo assicuro, credetemi, dategli fiducia a ‘sti coreani (il regista è tale Park Chan-Wook) che hanno messo in piedi un film dove ogni fotogramma è un gioiello, dove ogni minimo particolare è curato, in cui la regia, la fotografia e il montaggio sono un vero valore aggiunto del film, con sequenze volutamente fumettistiche o in stile videogioco. È un piccolo capolavoro da questo punto di vista. Poi il protagonista del film, Choi Min-Sik, è un attore eccezionale, roba da far accapponare la pelle da tanta bravura.

 

Un film che richiede stomaco però, reggetevi forte, perché alcuni potrebbero rimanere impressionati. Quindi un film violento, truculento, che vi spaventerà, ma che sfocia nel grottesco, nell’incredibile, nell’indicibile, addirittura. E alla fine è meglio non sapere. E se trovate una scatola viola con un nastro viola, non l’aprite, dentro troverete qualcosa che sconvolgerà senza dubbio la vostra vita.

 

PS: dopo aver visto questo film mi è venuto in mente che un film del genere il cinema italiano non potrebbe nemmeno sognarlo. E allora? Allora prendiamo i vari Muccino, Ozpetek e tutti quelli che vanno di moda (per modo di dire) ora e li chiudiamo in una stanza per 15 anni. Quasi quasi faccio una petizione…

13 commenti:

  1. ..senti muccino invece di chiuderlo in una stanza non possiamo "iettarlo" dal pirellone?

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  2. mmmmh...
    anche mutewinter me l'ha straconsigliato...eppure ancora non l'ho visto!
    ora la lotta (per il poco tempo che ho)sarà anche con l'ultimo salvatores...sempre che non si riesca a vederli entrambi, ecco. che sarebbe l'ideale...

    (muccino dalla torre!!! siiiiì!)

    baci, querido!

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  3. ehi, ma non è che se succede qualcosa a muccino ci vengono a cercare???

    sophie: di salvatores c'è da apprezzare che è uno dei pochi che ha il coraggio di confrontarsi col cinema di genere :)

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  4. una piccola correzione: mi sa che è stato presentato a cannes 2004 non a venezia... vabbè, 'sti cazzi!

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  5. bella recensione, comunque mi sa che non è park a essere tarantiniano, è tarantino a essere parkiano. comunque ci credo che le coreane non sono tutte come le attrici di questo film, sarebbe come pretendere che tutte le italiane fossero come stefania rocca :-)

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  6. ...visto?!
    alla fine siamo passati tutti!
    :)

    (io però la recensione mica l'ho letta, che il film devo ancora vederlo!)

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  7. ottima recensione Ste'. Andrò a vederlo di sicuro :)
    baciottoli
    zak

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  8. ste,
    felice di ritrovarti :)
    nel post dove viene citato pkd :)))
    non ami esser originale?.. uhm .. mica ci credo :)

    film che ho perso :(((

    quoto nikkio!

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  9. Bellissima Recensione come sempre scrivi benissimo!! Lory

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  10. Ste,
    hai ragione. Mi sono riletta e il sonno ha reso più incasinato del solito il mio pensiero.

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  11. mi hai fatto venire voglia di noleggiare il dvd (quando uscirà). vederlo al cinema, purtroppo, non se ne parla...

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  12. io direi ke è inutile fare paragoni tra un film di muccino con 1 di tutt'altro genere, la cosa non si pone ma x motivo d genere innanzitutto..

    cmq anke qsto movie nn è proprio nelle mie corde, sorry ;)

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