Moebius

Moebius

lunedì 21 novembre 2005

Di bandiere, di mutande, di buchi di culo, ma anche altro

Accade che uno scrittore arrivi a 50 anni e decida di fare i conti con i propri personaggi e le proprie storie. Quindi, decida di liberare la sua testa da tutto quello che la cultura vi ha messo dentro durante questi 50 anni. E allora tira fuori bandiere, mutande, buchi di culo (questo sotto è il disegno di un buco di culo).


05




E così Vonnegut scrive La colazione dei campioni ovvero Addio, triste lunedì, una trentina e oltre d'anni fa. Un libro, questo, in cui Kurt Vonnegut racconta di come Kilgore Trout, senza dubbio il suo personaggio più noto, il suo alter-ego narrativo, parta per Midland City (questa città non esiste, non cercatela sull'atlante) perché invitato ad un festival delle arti per discutere della fine del romanzo americano nell'era di McLuhan; Trout, naturalmente, non sa chi sia McLuhan è deciso a presentarsi con l'aspetto più possibile da barbone per parlare di come vivono i barboni, eventualmente. Naturalmente questa cosa fa ridere se presa nel contesto del libro, e se sapete chi è McLuhan, lo avete letto o studiato, o almeno sentito nominare.

Kilgore Trout è uno scrittore di fantascienza, che pubblica i suoi libri senza neanche sapere lui dove, ma di solito finiscono pubblicati su qualche libro sulle tope spalancate. Trout, come detto, è un personaggio notissimo di Vonnegut, che scrive e pensa centinaia di romanzi e migliaia di racconti partendo dagli spunti più strani; a volte viene da pensare che certi libri è un peccato non siano stati scritti sul serio (nota: lo scrittore di fantascienza Philip J. Farmer scrisse Venere sulla conchiglia, uno dei titoli attribuiti a Trout dal suo creatore in non ricordo quale romanzo, con lo pseudonimo "Kilgore Trout", appunto, che fu un tale caso da far credere lo avesse pubblicato Vonnegut stesso).

Trout, con tutta la sua assurda visione della vita, del tutto caotica, ne La colazione dei campioni parte verso l'incontro con un altro uomo, Dwayne Hoover, che sta impazzendo ma non lo sa, e che impazzirà del tutto quando leggerà un romanzo di Trout in cui si racconta che tutti gli uomini sono macchine e che un solo uomo è vero.

Questa esile trama è solo una scusa, una scusa per far liberare Vonnegut di tutta la roba che il suo cervello ha accumulato in tanti anni (come dice lui nella premessa). E' una non-storia in realtà, ma un modo per costruire qualcosa che rimane più o meno indefinito fino quasi alla fine; e allora ecco una satira geniale ed esilarante, aiutata da altrettanto geniali illustrazioni, sulla società americana, sulle macchine bianche e quelle nere, sulla pubblicità, sulla società di massa, sul consumismo, sulla guerra e sulla politica americana (incredibilmente attuale ancora oggi, purtroppo), e sulla cultura, su quello che c'è scritto solitamente nei romanzi, su quello che si considera di solito cultura, su ciò a cui si attribuisce un significato enorme, e magari è solo frutto di strategie di marketing. Sulla verità e sulle verità preconfezionate, cercate a tutti i costi e vendute come un qualsiasi altro prodotto (la colazione dei campioni era e forse è ancora il nome di una marca di cereali).

Il fatto è che non sempre c'è una verità. Vonnegut scrive un romanzo in cui entra lui stesso, a raccontarcene l'assurdità, in cui si fa Creatore e personaggio, per smontare gli stessi meccanismi del racconto, della narrazione, per collegare insieme tante di quelle cose al punto di dire verso la fine "che mettessero gli altri ordine nel caos, io avrei messo caos nell'ordine". E' quindi, alla fine di tutto, un romanzo dei più liberi mai letti da me, e credo mai scritti, anche nel linguaggio, semplice e comunque mai volgare, che non contiene verità (alcuni filosofi potrebbero discutere sul fatto che il linguaggio stesso è verità)  ma che racconta la ricerca della verità, senza nessuna assolutezza, riconoscendo la libertà degli individui nella libertà dei personaggi, a cui il Creatore alla fine donerà libero arbitrio.

Infine, un libro da leggere perché la sgargiantissima copertina non può certo passare inosservata: è il valore aggiunto che giustifica il prezzo.


 


copertina


 


Nota: qui sono a disposizione le illustrazioni del libro, per chi fosse interessato. Chissà se la Feltrinelli si arrabierà per il disegno del buco di culo copiato sopra. Vabbè, sto facendo pubblicità al libro: se venderanno due copie in più sarà anche merito mio: dovrebbero pagarmi loro...

2 commenti:

  1. feltrinelli ti ha già mandato l'assegno!? (se ti mandano anche una copia del libro passamela, che non conosco l'autore). ho tolto la strada ed ho messo altro nel mentre... ciao Ste e buona settimana (la mia è inziata uno schifo, ma bello il week end). ciau. :M:

    RispondiElimina
  2. apprendo con letizia [chi cazzo è Letizia??] della tua stima nei miei confronti..e arrossisco pure va'...già che ci sono
    :) baci ste'!

    RispondiElimina