Moebius

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lunedì 7 novembre 2005

Destini incrociati

Pietro è un bambino di 12 anni, buono, dolce, studioso, che sogna di andare al liceo. E la sua migliore amica è Gloria, la ragazzina più bella della scuola, intelligente, vivace, divertente, e con un carattere niente male. Però sono diversi perché provengono da famiglie diverse, tanto è perfetta quella di Gloria tanto è sfasciata quella di Pietro con un padre ubriacone e con "guai con la giustizia"; e queste differenze si faranno sentire nello spiegare tutto quello che accade dopo, ed anche il loro rapporto speciale, che è quello di due ragazzini che non sanno cos'è l'amore ma provano qualcosa l'uno per l'altro.

Graziano è un cantante fallito che passa l'estate a Riccione a suonare nei locali e a fare il playboy (300 donne in un'estate, record della riviera) e il resto dell'anno in Giamaica; non fa un cazzo per il resto della sua vita, suona e tromba, e non c'è altro da sapere. Però è una trottola continua, un giramondo (un gran cacciaballe, pure), ma è una trotttola anche nei sentimenti, arriva il punto in cui cerca qualcosa, e chissà se lo troverà, lui, con la sua sensibilità bovina, la sua capacità di calpestare i sentimenti altrui e, quando serve, di farsi mettere i piedi in testa e comandare a bacchetta dalla prima bambola che vuole sfondare in tv. Ma che a un certo punto decide di tornare in paese
Flora è una professoressa di italiano delle medie: è una donna bellissima, ma in paese alla gente non piace, forse perchè sta sempre sulle sue, perché non fa amicizie, non si impegna a far uscire la propria personalità. Ma è una donna fantastica, ve lo assicuro, con qualche segreto da scoprire e che spiega tante cose, ma purtroppo fragile, molto fragile.

Insieme a tanti altri personaggi Pietro e Gloria, Graziano e Flora, sono i protagonisti delle vicende che si svolgono Ischiano Scalo, paese della maremma laziale dove non c'è niente da fare, che Niccolò Ammaniti racconta in Ti prendo e ti porto via.

Che dire di questo libro? E' bellissimo, ma io lo dico di tanti, vero? Beh, questo lo è davvero. Due persone mi hanno detto a distanza di tempo che questo libro fa star male, per tanto è bello, per quanto colpisce nello stomaco, per quanto smuova emozioni. Ed è vero, fa star male: perché le vicende di Pietro e Gloria e Graziano e Flora sono per certi versi le vicende di tutti. Ammaniti scava e scava fino a trovare una sorgente, e alla fine spiega nell'essenza un mare di sentimenti e di azioni umane. Però si tratta sempre di errori, errori che rivelano stupidità, immaturità, esperienze sbagliate... Nell'intrecciarsi dei fili che legano questi personaggi (insieme a tutta l'umanità provinciale che anima il libro) Ammaniti spiega molte cose ma altre le lascia lì, di fronte al lettore, che non se le spiega e soffre per Pietro, che meriterebbe un'altra vita, che se avesse 12 anni si innamorerebbe di Gloria, che vorrebbe essere Graziano almeno per il successo con le donne, che si innamorerebbe di Flora ma poi ne scoprirebbe l'immensa fragilità (ma quanto ti starei vicino io, Flora...). 



Ammaniti fa un quadro splendido, dove ogni pezzo alla fine si incastra con gli altri, dove dici per forza che doveva essere così anche se si arriva alla tragedia, e pensi quanto sia stupido Graziano, quanto sia scemo Pietro, quanto sia un po' egoista Gloria, quanto sia debole Flora... ma Graziano... ma Flora... ma Pietro... e Gloria è Gloria. E alla fine tutto si spiega, tutto ha senso, un senso tragico che risiede nelle piccole cose, nelle piccole vicende di paese. E senti che lo scrittore non doveva farti questo torto, doveva darti un lieto fine, non farti star male. Però, forse, c'è un lieto fine... C'è qualcosa che si apre, qualcosa pronto a rinascere, qualcosa destinato a ferire e a chiudere le ferite allo stesso tempo. Perché c'è da prendere e andare via.

6 commenti:

  1. zoe, è un libro di pancia, che vissuto fino in fondo, vero? come detto fa star male

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  2. per fotuna ce ne son tanti di libri belli, peggio quando non possiamo dirlo proprio.. :) ciao Ste :M:

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  3. non so perchè ma non sono riuscita a finirlo questo libro... eppure ammanniti mi piace!
    si vede che non ero nell'umore giusto quando ci ho provato... e lo rileggerò!

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  4. M, perfettamente d'accordo. Ma di libri belli credo che non avrò mai problemi a trovarli
    Sidgi, secondo me questo è il più bello di quelli che ho letto di ammaniti (Branchie e Io non ho paura; mi manca Fango). Io ci proverei a rileggerlo...

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  5. già, già, bella recensione, hai mai pensato di lavorare in una casa editrice? Non so di preciso cosa mi abbia fatto stare male in questo libro, forse il fatto che corre verso una tragedia annunciata e non puoi urlare per impedirglielo, forse il fatto che quando ti dici:-io non sarei stato così stupido, non avrei sprecato una cosa così bella- sai che non è vero, forse il fatto di non poter impedire che certe cose, anche quando riconosci in tempo il loro valore, ti scorrano via tra le dita. In tempi moderni c'è solo un altra storia che mi abbia fatto stare male a quel modo, per giorni. E' un drammone americano anni cinquanta, che si intitola "lo splendore dell'erba", il film in sé non è granché, ma quando ho letto "ti prendo e ti porto via" è scattato qualcosa che me lo ha fatto tornare in mente. Chissà...

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