Moebius

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domenica 10 aprile 2005

Underworld, di Don DeLillo

Ecco qua la recensione di Underworld, probabilmente il romanzo più importante di Don DeLillo e, azzardo io, uno dei più importanti della letteratura degli ultimi decenni. Sinceramente mi sento di dire che questo è uno dei libri più belli che abbia mai letto, uno di quei libri che lasciano sempre qualcosa dentro, una volta che si è deciso di affrontarli.

E bisogna decidere di affrontarlo questo libro, non solo per le 880 pagine che potrebbero un po’ intimorire, ma anche per la sostanza del libro che proietta il lettore in una realtà non facilmente definibile, un sottomondo, un underworld, appunto, che in realtà è il nostro mondo, in cui viviamo, e il cui significato spesso ci sfugge. Questo libro fornisce delle coordinate di interpretazione, una chiave di lettura e spiegazione per gli ultimi decenni della storia non solo americana ma occidentale in genere.

 

Volendo descrivere ciò di cui parla questo libro sì è assaliti da tanti dubbi. Cosa racconta, la storia della palla da baseball di una famosa partita, che passa di mano in mano? La storia di un uomo e della sua famiglia, fra la povertà nel Bronx all’ascesa morale prima che sociale? Le contraddizioni dell’America, bianca e nera? Vuole raccontare alcuni momenti topici della storia americana, attraverso personaggi famosi, come J. Edgar Hoover, e del tutto sconosciuti e di finzione? L’evoluzione sociale e tecnologica che produce, rifiuti, rifiuti, e ancora rifiuti? La guerra fredda e il post-comunismo?

 

Tantissimi sono i temi affrontati in questo libro che non ha una forma lineare ma procede a salti, principalmente a ritroso nel tempo, scavando nel passato dei personaggi, alla scoperta di tutto ciò che ha creato le loro personalità, che li ha fatti diventare ciò che sono. Il libro è strutturato come un romanzo corale, in cui ogni personaggio si ritaglia il proprio ruolo, e magari sfiora soltanto gli altri attraverso il risultato delle proprie azioni. Quindi le varie vicende si svolgono per flash, inizialmente tutte scollegate le une dalle altre, e poi, man mano che si procede all’indietro, tutto torna e va ad incastrarsi.

E le vicende dei singoli personaggi, uomini e donne alla ricerca del senso della propria vita, si svolgono con sullo sfondo la storia che va avanti, o indietro, è anche questa la magia di questo libro.

Allora ecco l’uomo maturo, manager affermato che ha seguito però un percorso tutto suo per la sua crescita personale, e di cui vedremo più avanti anche la giovinezza; il fratello dalla grande intelligenza ma fragile; l’artista che prima di essere famosa era qualcos’altro e viveva tutta un’altra vita; madri e figli, fratelli e sorelle; le varie etnie che compongono il melting pot americano, con un occhio di riguardo alla comunità italo-americana; la personalità confusa e complessa di un uomo tutto di un pezzo come Edgar Hoover; oppure lo sguardo sulla realtà del comico Lenny Bruce. E poi pezzi della nostra cultura che acquisiscono e conferiscono a loro volta significato: quadri, musiche, programmi tv, avvenimenti storici; tutto ciò che rappresenta l’icona della civiltà moderna, in cui si racchiudono dei pezzi di storia, di cultura, di società: una palla da baseball, una massa di rifiuti, vecchi aerei da bombardamento, grattacieli svettanti in cielo.

 

Ogni pezzo del puzzle contribuisce a formare uno schema di senso al secolo appena trascorso, ma non solo, alle stesse vite dei personaggi, ma forse anche delle nostre. DeLillo cerca di spiegare alcuni aspetti della nostra società, caratterizzata principalmente dall’evoluzione sociale e tecnologica, che in parte corrisponde all’evoluzione dei personaggi, nel bene e nel male.

Il mondo, la realtà, è un grande schema in cui tutto è collegato, è questo il senso, e il collegamento si fa sempre più forte (e allo stesso tempo invisibile, trasparente) man mano che si va avanti, man mano che le nostre vite diventano legate alle macchine, ai mass-media, ai rifiuti prodotti dalla nostra civiltà, a cominciare da quelli nucleari. Ma i rifiuti della nostra civiltà vengono anche riutilizzati, in maniera quasi catartica per i guasti di questa epoca, nell’arte moderna, che ridà significato a ciò che viviamo, e che acquista essa stessa significato solo in funzione del contesto storico e culturale.

Underworld è la costruzione di un grande contesto, di una grande cornice in cui inserire alcuni pezzi della nostra realtà.

Significativa, e fondamentale, è una sequenza al centro del romanzo, che coincide con la proiezione al pubblico di un film inedito di Ejsenstein, Unterwelt, Underworld, per l’appunto, in cui tutta una variegata realtà tenuta nascosta viene mostrata al mondo.

E come quel film, questo libro mostra al lettore tante cose, che magari già conosce, o di cui ha sentito parlare, però le colloca in un contesto, gli dà una sostanza e un peso maggiore, attraverso le sfumature delle vite inventate e di quelle vere. Questo fa il libro di DeLillo: ri-media la realtà moderna, la storia, la cultura, la società, le tecnologie, per parlare, dall’inizio alla fine, sempre e comunque dell’essere umano, nelle sue mille sfaccetature, indagandone sentimenti, pulsioni e desideri.

 

Leggere questo libro è qualcosa che lascia un segno, e difficilmente dopo non si acquisterà un nuovo occhio sul mondo, alla ricerca dell’underworld, di cui tutti facciamo parte.

 

 

16 commenti:

  1. purtroppo non mi fa niente. Ieri anche 25 g. di novalgina.. niente...
    Ho provato con un buon film ma niente.. ho scelto il letto...

    ti adoro quando parli di libri...

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  2. la tua opinione conta eccome!
    Il punto è che gli altri dicono che sono stronza...

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  3. Underworld è un libro favoloso, concordo. Ciao da Ubiquo (che ti legge sempre anche se commenta poco).

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  4. ti saluta un'amica a pezzi..la decisione l'ho presa ma fa male di brutto..nn ho testa per leggere..tra poco ritorno al lavoro almeno nn ci penso..ciao ste..

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  5. è un libro che non conosco, lo leggerò.
    (certo che il nick che hai scelto è impegnativo, ho avuto un sussulto... per un breve momento avevo pensato di tilolare il mio blog: "io sono vivo voi siete morti") ciao

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  6. bè, sei il primo dick che incontro...
    piuttosto mi piace molto anche il disegno che hai scelto. sarà moebius?

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  7. questo post è veramente troppo luuungo ste! :P
    b.serata
    Sil

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  8. buongiorno!!!!!!!!!!!mi hai fatto uno squillo mentre ti stavo lasciando un commento...che ridere siam due scemi!!!:))ciao ste

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  9. Un pò, leggendo questo post, mi è venuto in mente "Matrix" cioè esiste qualcosa sotto del quale noi non siamo a conoscenza... ^_^
    Un bacio al mio migliore amico e futuro dottore!!
    Ti voglio bene!!

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  10. Ma leggere e/o scrivere un blog, può paragonarsi all'essere dipendenti da una droga?

    Un Saluto,
    INNOVARI Retrofuturo

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  11. OT: più che in crisi direi esasperato ... ho parlato con lui venerdì, e mi ha confermato che è stufo di questa tiritera sul suo blog. Al momento, forse, è meglio non fare pressioni, aspettiamo ... cmq, hai fatto bene a scrivergli ... per il resto tutto ok ... si lavora, il gran capo (MP) sta male, speriamo non ci lasci proprio adesso ... il post lo leggo con calma :)
    un forte abbraccio
    zak

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