Moebius

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martedì 27 febbraio 2007

La trasmigrazione di Timothy Archer

E fu così che pagina dopo pagina arrivai alla fine della Trilogia di Valis. Devo dire che mi ha fatto uno strano effetto leggere l'ultimo libro scritto da Dick, La trasmigrazione di Timothy Archer, il terzo volume della trilogia iniziata con Valis: si percepisce leggendo quel libro la voglia dello scrittore quasi di tirare le somme, a forza di parlare di vita dopo la morte, quasi come se presagisse la prossima fine. Non so, magari mi lascio suggestionare.


Miei attenti lettori sarete ansiosi di sapere di che parla la Trasmigrazione. Bene, intanto segnalo subito due particolarità stilistiche, per Dick: si tratta di uno dei pochi libri scritti in prima persona da Dick e si tratta di uno dei pochi ad assumere come punto di vista quello di una donna. La Trasmigrazione è un romanzo mainstream, che si discosta in questo dai primi due volumi della Trilogia, di stampo più marcatamente fantascientifico.


Angel Archer inizia a raccontare la storia del vescovo Tim Archer, suo suocero, e delle persone che se ne sono andate prima di lui in una sorta di rincorsa del fato verso la fine, nel giorno della morte di John Lennon. Angel rivive le vicende che hanno portato prima alla morte di suo marito, poi dell'amante del vescovo ed infine del vescovo stesso. Angel in fondo non è la vera protagonista ma allo stesso tempo lo è: la vicenda terrena del vescovo Archer, al centro del romanzo, e la sua ricerca della vera natura di Dio (da scovare fra gli scritti delle sette ebraiche zadochite) sono un grande tema (il tema perseguito ossessivamente da Dick negli ultimi anni della sua vita) ma secondo me il romanzo parla più della ricerca di Angel di una vita quanto più serena possibile, per sfuggire alla sequenza di morti di cui è stata costellata la sua vita, ultima quella del vescovo (non vi rivelo niente, se avete intenzione di leggere il libro: tanto Angel ve lo dice subito che quelle tre persone non ci sono più, in un modo o nell'altro), e per giungere anche lei ad una qualche comprensione.


Angel cerca ad ogni modo di rimanere legata alla realtà, di non distaccarsene come hanno fatto le persone a lei care, perse nel cercare di parlare con i morti e di comprendere il mistero di Dio, ma in fondo anche ha il suo modo per fuggire dal mondo reale, ed è la via della cultura e della letteratura, che tutto spiega e fa sì che tutto sia già stato visto e capito, attraverso i pensieri e gli scritti di qualcun altro; così Angel, eterna studentessa universitaria, che ha letto la Commedia di Dante in una notte, cerca di uscire dalla spirale di morte, fra molti sensi di colpa e molti vuoti. Fino a che la stessa Angel inizierà a guardare all'altro mondo in modo diverso, in occasione della Trasmigrazione (leggete il libro, non vi svelo il finale) del vescovo, chiedendosi se sia reale o meno, se crederci o meno, ma dando l'impressione che anche lei di fronte al mistero di Dio e della morte si arrenda al fluire degli eventi, e forse trovi una consolazione.

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