Moebius

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venerdì 15 dicembre 2006

L'ultima profezia di Sterling

Leggo proprio stamattina che Bruce Sterling, di cui vi ho parlato ampiamente più di una volta come uno dei fondatori del cyberpunk e come uno dei più attenti osservatori dei cambiamenti tecnologici, sociali e culturali legati ai new media e alla Rete, ha terminato con un ultimo articolo la sua collaborazione con la rivista Wired (forse il più importante luogo di discussione sulla società della rete).


Questo ultimo pezzo si intitola non a caso My last prediction. E qual'è l'ultima predizione di Bruce Sterling? Secondo la mia fonte (il Corriere della Fantascienza, ancora non ho letto l'articolo in inglese, lo farò con calma) Sterling cerca di spiegare quale sia la linea di tendenza nelo sviluppo di Internet per i prossimi anni. Le idee più diffuse riguardano una sorta di post-Internet, in cui la rete sarà sempre più pervasiva, presente in sempre più dispositivi ma in modo trasparente, senza che le persone se ne accorgano davvero: una rete in cu agenti agenti software (penso che a questo ci si riferisca) diventino capaci di rispondere alle nostre domande in modo da farsi carico di tutta una serie di compiti che oggi sono svolti quasi manualmente.


La crescita delle reti ad alta velocità favorirà lo sviluppo di comunità collaborative, nelle quali si potrà comunicare, discutere, lavorare nell'ottica di una sempre maggiore creatività (quella che Berners Lee, il creatore del Web, ha chiamato intercreatività). Le dimensioni di reale e virtuale tenderanno a completarsi a vicenda nelle vite di tutti (ma nessuna prospettiva distopica o al contrario utopica: si parla di cose serie); basta pensare al fatto che già oggi (questo ce lo metto io) sono sempre di più le persone che hanno identità molteplici in rete, fra blog, nickname ed avatar (leggevo un articolo sulla proliferazione di avatar in Corea del Sud: ve ne sono milioni e se non si ha un avatar on line si è fuori da molti contesti, e non solo fra i giovani ma anche a livello di professionisti).


Si tratta di andare a leggere questo articolo: http://www.wired.com/wired/archive/14.12/posts.html?pg=6 

2 commenti:

  1. che wired e sterling, e persino gibson, abbiano azzeccato molte cose in passato è un dato di fatto. ma sterling a volte è troppo sognatore e filosofo, non sempre ci vado d'accordo.
    come ora. :)

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  2. invece a me sterling pare tutt'altro che un sognatore; mi piace proprio per la sua capacità di interpretare il mondo tecnologico

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