Moebius

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venerdì 4 gennaio 2008

Di luce, di ombra, di male ed immaginario

Oggi parliamo di luce, di ombra, di male e di immaginario a partire da un interessante articolo che ho letto su Carmilla.


Scrive Danilo Arona che nella nostra epoca si conferma l'idea di una studiosa americana che parlò dei serial killer come epifenomeno dell'Apocalisse. Sì dell'Apocalisse, avete letto bene. Naturalmente si parla di Apocalisse sociale e culturale che affonda nell'inconscio (individuale e collettivo, direi io), quindi non aspettatevi l'arrivo degli angeli.


Il filo del discorso parte dalla distinzione junghiana fra luce ed ombra. L'Ombra è l'antitesi della Luce, così come l'inconscio si definisce per contrasto con la coscienza. L'Ombra esiste solo perché esiste la Luce, e più forte è la Luce più forte è l'Ombra: in assenza di luce, di buio totale non esisterebbero ombre. L'Ombra non è per definizione il Male ma, è il ragionamento dell'autore dell'articolo, sta trasformandosi in qualcosa che riguarda sempre meno l'individuo e sempre più la massa, trasformandosi in Male sociale perché nell'epoca della visibilità più forte (la luce mediatica) si sviluppano anche le ombre più forti, la realtà scompare, come diceva Baudrillard (e io direi, tirandolo dentro per le orecchie, anche Dick), sostituita dai simulacri dei media.


Seconde considerazioni. Il giornalismo moderno, come lo conosciamo oggi, mette le sue radici intorno alla metà dell'Ottocento in Inghilterra; il romanzo di Stevenson "Lo strano caso del Dottor Jekyll e del signor Hyde" è del 1886 e parla proprio di Luce ed Ombra, e di un serial killer; il primo serial killer della storia (almeno il primo registrato come tale) è notoriamente Jack Lo Squartatore, che agì a Londra fra il 1887 ed il 1889. La seconda metà dell'800 fu quindi un epoca centrale, in cui inizia a prendere forma quella che sarebbe diventata la moderna società di massa e nella quale il contrasto fra Luce ed Ombra si fa più forte: aumenta la visibilità mediatica e crescono le manifestazioni dell'Ombra (c'è chi ha scritto che Jack rappresentava l'inconscio dei londinesi a lui contemporanei).


Ecco, continuando a seguire il ragionamento di Arona, che arriviamo all'aspetto che più mi interessa, il legame sempre più forte fra Luce, Ombra ed immaginario. I delitti dei serial killer, da Jack The Ripper in avanti, hanno nutrito l'immaginario: attraverso la cronaca certe immagini sono entrati nella nostra cultura, si sono sedimentate. E a sua volta questo immaginario fatto di libri, film, fumetti, tv che tanto bene hanno raccontato l'Ombra, portandola alla Luce, fa crescere l'Ombra stessa nell'inconscio collettivo. Qui Arona scrive che è la luce mediatica che ha fatto e fa moltiplicare i serial killer, la ritualità degli omicidi seriali esiste proprio perché se ne parli ed emerga alla luce.


Non sono un esperto di psicologia o criminologia quindi non mi interessa più di tanto discutere dei serial killer, sono però affascinato da ogni discorso che pieghi sull'immaginario. Realtà ed immaginario sono indiscutibilmente legati, ed il loro rapporto, direi, è biunivoco, sono due fenomeni che si nutrono l'uno dell'altro. L'immaginario riflette la realtà a modo suo, a volte in maniera realistica altre volte prendendo le strade del fantastico tout court (intendo in maniera molto ampia, forse non correttamente, i generi, tutti i generi, che, volenti o meno, sono definiti per contrasto rispetto alla narrativa, termine per certi versi diventato a sua volta connotazione di genere, un genere che non riguarda i generi).


L'immaginario (e forse quello di genere di più ancora) è legato all'inconscio, a quell'inconscio di massa che prende il nome di immaginario collettivo. Sarebbe una banalità a questo punto affermare che amiamo i generi, alcuni generi in particolare, perché alimentano un immaginario che esiste solo in quanto proiezione della realtà, di qualsiasi realtà, che non vivremo mai per davvero ma che fanno scattare qualcosa in noi, qualcosa sepolto nell'inconscio, nell'Ombra, appunto. E' una banalità ma lo affermo. L'immaginario ci ricorda l'esistenza dell'Ombra, per questo, direi, è indispensabile.


 


5 commenti:

  1. immaginavo potessi essere un lettore di Carmilla sia per il genere di autori che ami, tra i quali vedo anche Evangelisti..
    buon anno stè!

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  2. vabbè.. quel "sia" non c'entra un cazzo nella frase..

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  3. buon anno anche a te milta'. Sì ogni tanto leggo Carmilla: belle recensioni ed interventi molto interessanti (oltre ad Evangelisti anche Genna, De Michele e qualcun altro).

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  4. a proposito di evangelisti.. vai al nostro blog lasmorfiadigwynplaine.splinder.com

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  5. nostro nel senso di mio e di mia moglie laura eh!

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