Moebius

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sabato 5 gennaio 2008

Le promesse provenienti dall'est

L'ultimo film di David Cronenberg, La promessa dell'assassino (pessimo titolo italiano di Eastern Promises), è l'ennesimo capolavoro di un regista che ha ormai il suo posto nella storia del cinema: non ho problemi a sbilanciarmi.



La vicenda è semplice, forse. Una ragazzina russa, poco prima del giorno di Natale, muore di parto in un ospedale londinese in circostanze misteriose, mettendo alla luce una bimba; una giovane dottoressa di origini russe, Anna (la bellissima e bravissima Naomi Watts: sarà rimasta in mente a molti dai tempi di Mulholland Drive), tiene il suo diaro e cerca chi glielo possa tradurre rivolgendosi prima allo zio Stipan e, dopo un litigio, al proprietario di un ristorante russo il cui biglietto da visita ha trovato nel diario. Ben presto Anna scopre la terribile verità, che forse sospettava fin dall'inizio: la ragazza era tenuta schiava e sfruttata dalla mafia russa di Londra. Nell'avvicinarsi alla verità Anna sfiora le trame della vor con la volontà di trovare la vera famiglia della bambina, il cui destino è ormai indissolubilmente legato al suo.


Eastern Promises è un film chiaro, netto, un noir che segue con rigore le regole del genere ma è anche un film ambiguo, fatto di chiaroscuri, di contrasti. E' un thriller dove il sangue scorre il giusto, con avvincenti scene d'azione (bellissimo il combattimento fra Viggo Mortensen, nudo e a mani nude, e due spietati killer in una sauna) ma nel quale c'è di più. Ho giusto pubblicato ieri un post su Luce ed Ombra e come queste nutrano e si nutrano dell'immaginario (e non a caso ho chiuso il post con il video dell'inizio di un altro grande film di Cronenberg, A History of Violence), e Eastern Promises rientra poprio in questo discorso, pienamente.


Ho detto di un film fatto di contrasti. Contrasti fra la Londra che tutti noi conosciamo e quella sotterranea della criminalità organizzata (l'underworld, mi verrebbe da dire citando forse a sproposito, ma non troppo, DeLillo), contrasti fra i personaggi principali del film e all'interno di loro stessi. Come nel precedente film girato con Viggo Mortensen, Cronenberg ci racconta che il male si può nascondere dietro la porta di casa, celarsi nelle forme più insospettabili, basta soltanto saper guardare. L'ambiguità è nei personaggi stessi: è ambiguo Kyrill (Vincent Cassel), figlio inetto di un capomafia, dedito all'alcol e a loschi traffici ma in realtà senza essere realmente tagliato per il ruolo di erede della famiglia; è ambiguo l'autista di Kyrill, Viggo Mortensen (perdonatemi se non ricordo, anzi non l'ho proprio capito, il nome del personaggio: comunque grandissima interpretazione, secondo me), spietato, freddo, un vero professionista che cela però qualcosa, che mostra a suo modo una qualche umanità.


La promessa dell'assassino è quindi più di un thriller perché dipinge ritratti vividi, iperreali, in cui i sentimenti, anche quelli dei mafiosi russi, emergono da sotto la superficie delle parole, e per sentimenti intendo quello che sgorga dall'emotività umana, anche sentimenti negativi, anche il piacere per il male. E' la forza del cinema o della letteratura di genere, soprattutto quando parliamo di grandi autori come Cronenberg. Infine, è un film che si presta a più letture: vi terrà attaccati alla poltrona mentre cercherete di capire come evolverà la trama, ma vi costringerà ad interrogarvi su come vi comportereste voi in una situazione come quella di Anna (perché non andare  subito dalla polizia, per esempio? il fascino del male, di vedere cosa c'è sotto la vita normale di ogni persona comune?), a chiedervi quanto vicende simili sono vicine a casa vostra (il traffico di donne costrette a prostituirsi avviene anche nelle nostre città, vicino le nostre case; non dimentichiamo poi che in Italia abbiamo la mafia doc), se e quante volte girereste la testa dall'altra parte e proseguireste nelle vostre vite lasciando da parte quel mondo sotterraneo che sotterraneo non è.


Ps: un'ultima nota, è un film da vedere in lingua originale (cosa che farò non appena uscirà il dvd), credo che il doppiaggio italiano abbia compiuto qualche scempio, visto che ci sono molte scene nelle quali i protagonisti parlano in russo... ho letto da qualche parte che Mortensen e Cassel hanno studiato russo per questo film.

2 commenti:

  1. Lo vedrò senz'altro, magari in DvD, come ho fatto A History of Violence.
    A proposito di quest'ultimo, che ho visto e mi è piaciuto, mi domando come mai nessuno della critica abbia notato l'incredibile somiglianza della trama con un vecchio western con Glenn Ford, intitolato "La pistola sepolta", che raccontava proprio la storia di un pistolero che si rifaceva una vita e una famiglia, e poi veniva per caso scoperto quando due pistoleri minacciavano qualcuno del villaggio in cui abitava ...

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  2. @ kusa: non ho visto il film che dici tu! cercherò di procurarmelo. cmq credo che il plot di base possa essere simile a molti film o libri: ora non mi vengono esempi, ma ce ne sono sicuramente, credo :D

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