Moebius

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venerdì 7 dicembre 2007

Morire in Italia

Stamattina, non lo facevo da molto tempo, parlo un attimo di politica perché una tragica coincidenza ha messo insieme due questioni importanti.


Ieri sera il Senato ha votato la fiducia al decreto sulla sicurezza (non entro nel merito, voglio andare a parare da un'altra parte), ed il governo un'altra volta si è salvato per un soffio. Stavolta si è registrata un'altra novità: la fondamentalista cattolica Paola Binetti, senatrice del Partito Democratico, ha votato contro il governo perché nel decreto sono state inserite norme contro la discriminazione degli omosessuali (non credo che serva commentare ulteriormente...). Fini, leader di An, ha chiesto ad un senatore del suo partito di dimettersi perché assente dalla votazione. Qualcuno chiederà mai alla Binetti di lasciare, almeno, il gruppo del Pd? Purtroppo ho paura di no.


Ieri è stata una giornata segnata soprattutto da una tragedia di cui avrete sentito parlare: un incendio nell'acciaieria ThyssenKrupp di Torino ha provocato la morte di due operai ed il grave ferimento di qualche altro.


Metto insieme questi due avvenimenti per fare una semplice considerazione: al primo caso di cronaca scattano gli attacchi demagogici contro gli immigrati, le richieste di nuovi fondi per la sicurezza, di sanzioni più gravi per chi commette reati che, si dice così, causano allarme sociale. Non contesto l'importanza di garantire sicurezza ai cittadini, però mi irrita alquanto sentire parlare delle città italiane (o almeno della mia) come luoghi insicuri nei quali non si può girare, dove ogni giorno si rischia di venire ammazzati, quando è evidente che le cose non stanno proprio così.


Però non si sentono gli stessi strali per chiedere misure più forti per garantire la sicurezza sul lavoro, per incrementare i controlli, per combattere il lavoro nero; non mi ricordo di decreti di urgenza su queste tematiche, quale che sia il governo; non mi ricordo grande attenzione dell'informazione su una tematica di così grande importanza se non per quanto riguarda il singolo episodio che di volta in volta si presenta: è troppo importante parlare di Cogne, di Garlasco, della povera Meredith, sono cose molto più importanti nella vita di tutti noi.


Nel 2006 i morti sul lavoro sono stati oltre 1300: un numero abnorme, 1300 persone, padri e madri, figli che hanno lasciato le proprie famiglie. Credo siano di più dei morti ammazzati dai rumeni.


Ecco, l'ho tirata fuori. Che si faccia qualcosa, almeno stavolta. Perché nessuno chiederà mai l'espulsione degli imprenditori che non rispettano le norme di sicurezza o che favoriscono il lavoro nero, ma non si faccia che, in Italia, morire per mano di un criminale sia più "importante" che morire mentre si lavora, spesso in condizioni ignobili e per pochi soldi.

2 commenti:

  1. Il problema della sicurezza c'e', non dappertutto, ma c'e', grazie ad un permissivismo di fondo, ad una scarsa fermezza nell'espellere gli elementi piu' pericolosi, e ad una mancata concertazione con i paesi d'origine degli immigrati.
    Certo e' che d'altra parte c'e' chi soffia sul fuoco della paura del diverso (come nel caso dei rumeni, presi di mira dai media ... ) per coprire il fatto che non vengono risolti altri problemi reali, come il nero, il sommerso, o la sicurezza sul lavoro, la cui soluzione tra l'altro permetterebbe agli immigrati onesti di acquisire maggiore rispetto per il paese che li ospita.
    Ma si sa, e' piu facile far paura alla gente riempiendo i giornali di stupri e delitti, cosi' da poterla manipolare piu' facilmente, che spiegare i problemi in tutta la loro complessita' e far riflettere sulle colpe di chi e' al potere in quel momento, di qualunque colore sia.
    E con la stampa asservita che ci ritroviamo, il potere ha buon gioco in questo, purtroppo .. :(

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  2. ciao kusa, hai capito perfettamente lo spirito del mio post

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