Moebius

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mercoledì 8 febbraio 2006

Recensioni veloci

Butto giù qualche riga per delle mini-recensioni. Ecco i miei consigli; prima i libri.

Tokyo Blues Norwegian Wood, di Haruki Murakami. Lo scrittore di Dance Dance Dance, libro magico, non mi stancherò mai di ripeterlo (facendo mia la definizione della persona che me lo ha consigliato), ha scritto questo libro che è difficile classificare. Sentimentale? Certo. Un libro di formazione? Anche. Eros e Thanatos (non ho studiato greco, pardon se non si scrive così)? Sì. Ecco, la storia che Toru, il protagonista, racconta ricordando i suoi vent'anni è una storia di amore e morte, e dopo la morte la rinascita; l'amore per Naoko nasce da una morte, e da morti è costellata la storia: vita e morte sono indissolubilmente legate. Quando lo capisce allora inizia a vivere e lascia andare le cose come è giusto vadano.

Tre uomini paradossali, di Girolamo De Michele. Dopo Scirocco, ho letto subito il primo libro di questo scrittore che mi ha davvero conquistato. Ritornano il taciturno poliziotto Andrea, il narratore ingenuo e sempre in ritardo sugli avvenimenti ed infine Cristiano, detenuto politico, che legge Manzoni e scrive saggi letterari. Il suicidio (o forse un omicidio?) di un ricco industriale porta con sé alcuni segreti che riguardano anche i tre amici, segreti che raccontano della violenza degli anni 70, degli scontri politici ma soprattutto delle persone che in quell'epoca sono cresciuti e maturati.

Il mambo degli orsi, di Joe R. Lansdale. Hap e Leonard, la stessa coppia di Rumble Tumble ed altri libri dello scrittore texano, vengono incaricati di partire alla ricerca di Florida, ex ragazza di Hap, partita per una cittadina razzista dominata dal Ku Klux Klan e di cui si sono perse le tracce. Così fra risse e sparatorie Lansdale ci dipinge un mondo del tutto iperreale e surreale ma tremendamente reale, appunto. Con il solito stile divertente e con le solite e geniali, per Lansdale, trovate linguistiche. Sandrone Dazieri nella postfazione ha scritto che uno scrittore di noir dopo aver letto un libro così dovrebbe andare ad ubriacarsi e cambiare mestiere.

Infine un film, Munich, di Steven Spielberg, di cui tanto si è parlato, quindi non mi dilungo. Discreto, non un capolavoro ma si può vedere: c'è tensione, c'è voglia di vedere come va a finire e Spielberg non si lascia prendere troppo la mano con effetti speciali e virtuosismi registici. Un limite, visto il tema delicato (la vendetta israeliana contro i responsabili, o presunti tali, dell'attentato di Monaco), è il fatto che il tutto viene ridotto ad un thriller e la questione israelo-palestinese viene quasi decontestualizzata (tranne alcuni tenui tentativi), e alla fine dando un colpo al cerchio e uno alla botte Spielberg, nonostante sembri criticare Israele, non prende apertamente posizione: il messaggio pacifista è che il terrorismo è brutto (grazie); mi sembra un po' riduttivo e troppo semplice, no?

5 commenti:

  1. innanzitutto, ciao, e' un po che non passo da queste parti, sorry...
    Poi, un commento sul film di Spielberg, che come quasi tutti i suoi ultimi non vedro' al cinema, ma aspettero' a noleggio o persino su satellite.
    il motivo e' che, come tu mi confermi dopo averlo visto, Spielberg non e' adatto a fare un tipo di film in cui occorre schierarsi, in cui e' necessario il coraggio di sposare una tesi, anche sbagliata, che non sia una banale come il terrorismo e' brutto, o il razzismo e' brutto, o la guerra e' brutta e fa tanta bua, oppure tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino...
    la mia tesi e' che Spileberg sia molto ma molto meglio quando fa film di genere puri, senza cercare per forza il messaggio importante...il piu' sarebbe convincere lui della cosa.... :)

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  2. bravo come sempre!
    Buongiorno!!!
    smuà
    smoke

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  3. :)

    sono di fretta, latitante PhilipDick!
    sai che proprio in questi giorni ho deciso di leggere:
    Tokyo Blues Norwegian Wood?
    Volevo asserbarmelo come l'abito più bello, ma poi un amico mi ha detto: stai attenta, magari fra un anno sei cosi cambiata da non riuscire più ad apprezzare Murakami come adesso dentro di te

    un bacio, tanto sai dove trovarmi

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  4. ma quanti libri leggi al mese?

    difficile da classificare tokyo blues vero?però è indubbio che quelle morti così imporvvise ed inaspettate lasciano perplessi e stupefatti. o è capitato solo a me?

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  5. Mannaggia, io ho preso Tokyo blues poco tempo fa, e mi par capire che avrei dovuto cercare Dance Dance Dance... Vale davvero la pena cercarlo? Lo scarto tra i due testi è così netto?

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