Moebius

Moebius

giovedì 2 giugno 2011



copertina Vizio di forma


Quante persone avrà fregato Pynchon con questo libro? Quanti lo avranno comprato senza sapere bene cosa avevano fra le mani, pensando di aver comprato un noir?

In sintesi, è un libro divertente, scritto divinamente e che fa fare pace a tutti con la letteratura post-moderna; godibilissimo, sicuramente più accessibile di altri capolavori di Pynchon e, per citare un altro post-moderno, DeLillo.

Pynchon ha scritto un libro molto articolato ricco di personaggi assolutamente sconclusionati, surreali ma allo stesso tempo iperrealistici: l'hippie detective Doc Sportello si ritrova a indagare su una scomparsa, poi viene coinvolto (e accusato) in un omicidio, e poi su un sacco di altra roba. Ogni mistero in questo libro cela dietro di se un altro mistero, che a sua volta, ecc. ecc.

Situazioni grottesche e surreali che raccontano in un modo assolutamente originale la California dei primi anni '70, dipingendo un quadro a tinte psichedeliche ma che sotto cela colori più neri. Quell'America lì non è solo amore libero, droghe e libertà ma, contemporaneamente, ha visto nascere anche tante distorsioni che viviamo oggi nella nostra società.

Infine, Pynchon ha incastrato un sacco di cose, con continue citazioni e riferimenti ai quali è sicuramente difficile stare dietro, così come al lettore più superficiale può risultare difficile stare dietro ai continui cambi di scena e situazioni.

A me è piaciuto molto, avevo giusto bisogno di un libro così.

Nessun commento:

Posta un commento