Moebius

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domenica 9 aprile 2006

Aprile

Inutile ricordare che oggi si vota, lo sapete tutti e anche come, almeno chi non ha già deciso di restare a casa. Io, da parte mia ho già votato, prestissimo.

Che succederà? Non lo so, spero che vada con un cambio radicale rispetto agli ultimi 5 anni, come noto e come mai nascosto su Immaginaria. Si cambierà? Incrociamo le dita, i sondaggi non contano più, potrebbe succedere di tutto se, come sostengono i berluscones, con un'alta affluenza alle urne il risultato è da decidere (e se invece un'alta affluenza alle urne fosse indice di un sacco di gente che dopo una legislatura come questa ha deciso che una volta tanto voterà, e non per chi ha governato?).
I sondaggi (e le elezioni degli ultimi 4 anni, non lo dimentichiamo) danno un responso netto, in attesa di vedere come finisce al Senato. Ma le urne? Che responso daranno?

Queste elezioni sono importanti più di altre (si sarà detto per quante tornate elettorali?) perché volenti o nolenti non si può riconoscere che mai il paese in epoca recente è stato tanto diviso e spaccato (dal punto di vista del consenso politico, per fortuna). Sembra quasi che ci siano due Italie con valori profondi diversi, che è poi il senso del film di Moretti, su cui si è discusso. Possibile, mi chiedo io come tanti, che quello che a me pare lampante altri non lo vedano? Questa campagna elettorale ha sottolineato le differenze: spesso uno dei vizi italici è qualinquismo, diffuso nel linguaggio di tutti i giorni, nelle parole della gente, che dice che tanto chiunque governi non cambia nulla; stavolta, con questa campagna così urlata e mediatizzata (televisivizzata) le differenze sono diventate lampanti, evidenti a chiunque le voglia vedere: se vince l'una o l'altra parte cambia molto, e gli altri si chiederanno ma come è possibile che metà del mio paese veda una realtà diversa dalla mia?

Nella sua "Amaca" di stamattina Michele Serra si chiede se dopo che saranno stati contati i voti non ci sarà parte del paese che si sentirà straniera in patria, anzi lo se lo chiede forse sarà così. E' questo uno dei guasti del berlusconismo, l'aver polarizzato così tanto il consenso politico e l'aver estremizzato la contesa (spingendo ancora di più l'acceleratore sul piano ideologico, urlando al complotto dei comunisti, che sarebbero pronti a realizzare brogli elettorali: e lui, acclamato a Napoli al grido di "Duce, duce!" dovrebbe difenderci?) in modo così eccessivo. O forse, pensando all'oggi, è un bene: ripeto, possibile ci sia chi non veda?

Chiudo questo mio modesto contributo al dibattito, che leggerete in un numero leggermente inferiore, agli editoriali che trovate oggi sui giornali, tipo quello di Eugenio Scalfari su Repubblica, bello davvero, leggetelo. E chiudo con le parole di Scalfari:

"Siamo stati e siamo per l'eguaglianza nella libertà, per il mercato che dia a tutti pari punti di partenza, per sostegno dei deboli e l'inclusione degli esclusi, per l'innovazione, per la crescita, per l'Europa, per lo stato di diritto. Insomma per la democrazia nelle forme e nella sostanza.
Questi sono gli ideali positivi per i quali ci siamo battuti. Quelli negativi sono il loro esatto contrrio: l'autoritarismo, il populismo, la demagogia, l'egoismo, l'interesse proprio contrapposto a quello comune, l'autarchi e il protezionismo economico, la menzogna politica, la corruzione, l'insicurezza, la pigrizia intellettuale, il conformismo.
Non sono parole vuote. Ad ognuna di esse corrisponde una visione del bene comune e del paese che vorremmo".

1 commento:

  1. bel post. condivido dalla prima all'ultima sillaba.
    baci, a dopo
    smoke

    p.s. ho votato prima di te ;)

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