(post del 16/9/2004)
Se invece della guerra preventiva si desse vita alla guerra retroattiva? In fondo pensando a quanto succede in questi anni, non è mica una ipotesi così peregrina quella che Wu Ming 5 propone nel suo romando Havana Glam, che sto leggendo in questi giorni. Wu Ming 5 è uno dei componenti dell’ “azienda di servizi narrativi” Wu Ming, e questo è un romanzo scritto solamente a due mani…
Nel 2045 il governo degli Stati Uniti è riuscito ad ottenere la possibilità di viaggiare indietro nel tempo; ed il viaggio nel tempo è, come un secolo prima la Bomba Atomica, l’Arma Finale per assicurare la vittoria definitiva degli Stati Uniti non in una guerra ma… nella Storia.
E questo romanzo è un viaggio nel tempo, appunto, nella nostra vera storia contemporanea ma anche in una storia alternativa che avrebbe potuto essere e non è stata (niente di nuovo, ovvio. Lo stesso Dick con L’uomo nell’alto castello aveva descritto un mondo in cui la seconda guerra mondiale era finita al contrario, con la vittoria dell’Asse). Un viaggio che entra a fondo anche nel nostro immaginario, nella nostra cultura pop (incontriamo Bob Marley e David Bowie, tanto per fare un esempio…) fatta di tante cose, dalla musica alla tv al cinema (attraverso cui gli inviati indietro nel tempo studiano la vita di un secolo prima…); è un viaggio all’interno della politica del nostro mondo contemporaneo, perché ogni romanzo che parla del futuro (e in questo caso del passato e del presente…) parla anche del mondo di oggi.
In seguito ad una guerra nucleare totale (niente di originale, ma la forza di questo libro è che prende elementi ampiamente sviluppati nella letteratura e nel cinema di immaginario e li rielabora) gli Stati Uniti hanno perso il loro ruolo egemone; e l’unico modo di mantenerlo nel presente (del 2045) e nel futuro sarebbe quello di modificare il passato facendo iniziare il piano Totality, per il bombardamento atomico dell’Unione Sovietica. Così «Niente Unione Sovietica, niente guerre di liberazione contro le potenze coloniali. Niente guerre di liberazione, niente Vietnam. Niente Vietnam, niente controcultura. Niente hippie, pantere nere, eccetera, niente 1968 europeo e 1977 italiano. Niente 1977 italiano niente Grande Movimento Popolare. Niente Grande Movimento Popolare, niente Carlo Wilhelm, Guardie d’Assalto e guerra atomica del 2022.» (nello specifico: è la Repubblica Popolare Italiana, di stampo marxista, a provocare la guerra…).
È la filosofia della guerra preventiva estesa anche al passato. E notate che il libro è del 2001, quindi molto probabilmente scritto prima dell’11 settembre e dell’affermazione della dottrina Bush (tra le altre cose è significativo, ed esilarante per chi coglie la citazione, un passaggio in cui parlando del presidente-filosofo del 2045, si dica come in passato ci siano stati presidenti anche più colti «e presidenti che non sapevano indicare la Serbia sulla cartina», nota gaffe in cui cadde G. W. Bush durante la campagna presidenziale del 2000).
Però (e questo è l’interrogativo che rende affascinante il libro), è possibile che un’agente esterno, proveniente da un’altra epoca possa cambiare il corso della Storia? Forse può semplicemente cambiare la storia… Perché un tema tipico delle storie sui viaggi nel tempo è la possibilità di creare un diverso continuum spazio-temporale ma, almeno fin dove sono arrivato io, questo non è possibile, o meglio non si sa se sia possibile. Nasce un nuovo continuum di realtà? E allora avremo tante realtà tutte diverse per ogni viaggiatore nel tempo che manderemo indietro? E se ci sono più realtà con le quali dobbiamo confrontarci, sono tutte egualmente vere?
Oppure più semplicemente già il mandare indietro qualcuno cambia impercettibilmente il continuum per cui quello vissuto nel presente è un continuum diverso da quello che esisteva prima del viaggio indietro nel tempo ma noi non lo sapremo mai perché per noi quello è il nostro continuum (il discorso è contorto ma è il tema stesso ad essere contorto…). E tutti gli altri mondi possibili che fine hanno fatto? Domande queste a cui la metafisica e la fisica (da Einstein in poi) hanno cercato di dare risposta ma non è che sia così facile. Inventiamola la macchina nel tempo (che tra l’altro nel romanzo funziona grazie ai poteri psichici di un empata, un essere simile in qualche modo ai precog di Dick, come in Minority Report) e poi ne riparleremo.
Alla fine la domanda che rimane è quella del titolo: e se George Dabliù avesse la macchina del tempo?
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