Moebius

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mercoledì 27 luglio 2005

Un blog più letto dei nostri...

Ho letto qui, su Repubblica.it, una notizia veramente interessante per noi blogger. Stephanie Klein è una manager newyorkese di 29 anni e, come molti di noi, ha un blog (http://stephanieklein.blogs.com), solo che a differenza nostra il suo è, forse, il blog-diario più letto al mondo (in base ad una speciale classifica, fra 13 milioni di blog, il suo si piazza, per rilevanza di visite, circa al 2000esimo posto).

Stephanie è intelligente, simpatica, alla moda, single, relativamente ricca, ha una bella casa e racconta al mondo intero le sue avventure di single: incontri, sesso (pare senza censure), locali alla moda, cibo, amiche. Vi ricorda qualcosa? Ovviamente, Sex and the city. Stephanie è la versione on-line delle protagoniste del telefilm ed ha un successo spaventoso: la gente la ferma per strada, sta per pubblicare un libro e per approdare in tv. C’è chi dichiara di essere diventato dipendente dal suo blog, dalle sue avventure, dai suoi incontri.

 

Da maschio, mi chiedo: se è così nota, e pare che lo sia davvero in America, come si possono sentire i suoi poveri partner che, pure in un sicuro (spero) anonimato, vengono di volta in volta messi in piazza?

 

Altra considerazione, più sociologica e comunicativa: che ruolo giocano ormai i blog nella nostra vita? Gli utenti del blog di Stephanie lo leggono come se fosse una soap opera, un telefilm, o semplicemente storie di cronaca vera. Il web sta acquisendo un ruolo sempre più importante nelle nostre vite per tanti motivi, e forse segna anche un distacco da media più tradizionali, avvantaggiato in questo caso dalla sensazione di saltare le mediazioni e di assistere (o di leggere) alla vita vera di una persona, meglio che in un reality show, e dall’interattività permessa da uno strumento come un blog, dalla possibilità di entrare in contatto con la persona in questione, fosse anche solo per lasciare un commento, ma anche il fatto di entrare direttamente “in casa”. Si crea un senso di partecipazione, di familiarità, l’idea che non ci sia niente altro fra “noi” e “lei”, se non lo schermo di un computer (e magari qualcuno sogna pure, a ragione, di incontrarla e di entrare in qualche modo nel suo blog, di diventare parte integrante di quelle storie). Sempre meglio, forse, di un Grande fratello o di una soap, no?

 

Certo, purché non sia tutta fiction…

17 commenti:

  1. non saprei. la mia idea di blog e di blogosfera è molto lontana da quella descritta in quell'articolo (che avevo stranamente letto, tra l'altro...)

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  2. d'accordo col militante: anche per me il blog è una cosa diversa, ma rispetto e ritengo legittimo ogni uso che se ne fa. come del resto per i reality show, da cui secondo me questo tipo di uso del blog non si discosta molto...

    ti abbraccio, piccolo ste!
    :)

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  3. [e comunque non scordiamoci mai che gli orfani di "sex and the city" sono peggio che una lobby, eh. sono un target peggio che i famosi "gggiovani" inventati dai pubblicitari!]

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  4. questa è la mia risposta! :P

    ciao ste

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  5. anche io ho una idea di blogosfera diversa. infatti meglio pochi ma buoni, i lettori! le mie considerazioni vertevano soprattutto sulle motivazioni di un simile fenomeno.
    sophie: target? hai proprio ragione!

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  6. vero, secondo me i media tradizionali stanno segnando il passo, però penso sia una rivoluzione di pochi, e non un fenomeno di massa, penso che di quel che succede qui nella blogosfera sappiamo qualcosa solo noi che si siamo, e che solo i casi come quello da te citato emergano alla superficie della realtà...tutto sommato però non mi dispiace appartenere al sommerso, e frequentare qualche amico con gli stessi interessi e raccontarci qualcosa di noi senza che ci sia una gran folla ad ascoltare...sono così anche fuori, nella realtà, e non vedo perchè cambiare...

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  7. tutti tutti diventiamo target. persino gli anziani.
    ...e io che li credevo inutili!

    ;D

    [evidentemente sarcasticheggio, eh! gli anziani mi piacciono più dei giovani. potessi, uscirei in kumpa con loro!]
    otro beso!

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  8. interessante!
    già, li leggiamo,
    l'Occhio e la mente si appropriano di pensieri altrui, che sono comunque molto spesso volutamente messi in mostra appositamente per una lettura, perchè tu li legga,
    e così si è ormai creato ciò,
    noi e i bloggers.. ma alla lunga.. noi e il blog.. e infine.. noi e lo schermo!
    interazione sempre mediata, entri in 1 mondo altrui, ma non ne fai parte,
    di qui i rischi, alienazione e perdita di contatto reale con la Tua realtà qua fuori! Forse dovremmo ricordarci che siamo 'anche' qua fuori, esistiamo non solo al di qua o dentro un blog o pc! (questo nei casi estremi, non sto polemizzando, come sai sn anche molto pro net) =)
    1 salutone, buon giorno anche a te!

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  9. kusa: secondo me invece è una rivoluzione di massa, ormai solo in italia si contano centinaia di migliaia di blog (solo splinder ne conta 130.000)... certo, bisogna distinguere fra gli have e gli have not, e certe categorie che rimarranno sempre analfabeti tecnologici (niente di offensivo, si dice così). Penso che il net penetra sempre di più. Quanto al rimanere sommersi, beh, la penso esattamente come te.
    sophie: io che target sarei? e poi mi pare che esci con gli anziani... :P
    crazy: penso che rischi di alienazione e di perdita della realtà non ci siano, questa è la punta dell'iceberg... il resto di quello che accade in rete è, come sai, molto più tranquillo.

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  10. ste se ti mando affanculo tu sai perchè vero? :P

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  11. come nikkio (il primo comento) ;)

    cià Ste :)
    smuà
    zak

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  12. tu sei il target di...mhh...editori e produttori di roba fantascientifica, ad esempio?!
    ...già esco con gli anziani?! eh, ma che ci posso fare se a mia nonna ogni tanto piace che l'accompagni a fare l'aperitivo?! siamo tutti giovanili, in famiglia...
    ;p

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  13. nik: si so perché ma tu hai la coda di paglia...
    sophie: bel target... me la presenti la nonna?
    zaky: per fortuna, avevo paura mi avessi mandato affanculo, ma senza saperlo da te, però :P

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  14. mmm... e se si inventasse molte cose? chi dice che la sua vita sia realmente quella che descrive???

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  15. potty: infatti me lo sono chiesto anche io. alla fine penso che non sia la cosa più importante: il meccanismo che si crea è, secondo me, quello di avere comunque l'impressione di "assistere" ad una vita reale in maniera più diretta, e per questo si crea un fenomeno del genere.

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