Ho sbagliato lo so ma ci sono cascato.
Che poi questo Una sfortunata mattina di mezza estate si presenta bene, potrebbe anche essere un buon libro. Ambientazione fantastica e grottesca in uno sterminato continente-isola a forma di V non meglio specificato, popolato da numerose etnie e governato da complesse norme sociali, in cui uno dei comportamenti (reati) più gravi è fumare dove non consentito (praticamente ovunque). E proprio da un mozzicone di sigaretta gettato dalla finestra iniziano le disavventure del progatonista che si trova fagocitato nell'assurdo sistema giudiziario del continente e costretto a intraprendere una sorta di viaggio iniziatico per espiare le sue colpe. Un viaggio che significherà mettere in dubbio le proprie certezze e che dovrebbe rappresentare, per il lettore, una critica di alcuni aspetti della società e della cultura occidentali.
Messa così, la vicenda è ricca di spunti e Self qualche buona idea la tira fuori però... l'unico aggettivo che mi sento di usare è scialbo, nonostante sia scritto bene, con uno stile raffinato. Proprio per questo, però, risulta troppo di maniera e poco di sostanza.
Avesse la tensione drammatica, la profondità e la lucidità di un libro di Ballard (a cui Self viene paragonato: no comment), potrebbe essere straniante e allucinante come i libri del grande scrittore inglese. Ma non lo è, anche perché per tutto il romanzo c'è la sensazione di non riuscire a capire dove vada a parare la vicenda. E il finale non fa che confermare questa idea.
Fosse almeno divertente, venato di umorismo e satira, acquisterebbe maggiore consistenza.
Ma non è nemmeno questo.
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