Giorni fa ho letto una notizia veramente interessante, che coniuga gli sviluppi della computer science e quelli dell’Artificial Intelligence con le neuroscienze. Il progetto Blue Brain del Politecnico di Losanna mira a studiare il funzionamento del cervello umano a partire dalle simulazioni del comportamento dei singoli neuroni, attraverso l’uso del supercomputer Blue Gene, che ha una capacità elaborativi di 22,8 teraflop (quasi 23mila miliardi di operazioni al secondo).
Blue Brain riprodurrà il modello di una parte della colonna della neurocorteccia, una delle parti più importanti del cervello; successivamente queste singole parti saranno “clonate” su altri sistemi in modo da completare l’intera colonna e simulare il suo funzionamento nella totalità, e in prospettiva dell’intero cervello.
Blue Brain sarà dotato di un ricchissimo database e di software che recuperando quelle informazioni riprodurranno le proprietà molecolari, anatomiche e fisiologiche della struttura neocorticale.
Gli obiettivi più concreto di Blue Brain saranno lo studio di processi come la memoria, la percezione e l’elaborazione, ma attualmente già si pone il problema di potenziare il computer utilizzato che è ancora ben lontano dalla quantità di dati elaborati dal cervello umano, soprattutto in vista delle riproduzioni del modello per arrivare ad uno studio completo del funzionamento dei processi neurali e cognitivi umani. In questo senso gli sviluppi in IA delle reti neurali, in grado di autoevolvere e di apprendere (non è fantascienza, per chi non lo sapesse, esistono davvero) saranno quantomeno indispensabili per ogni passo futuro di questa ricerca, per studiare l’apprendimento e l’esperienza.
Beh, mi pare una ricerca affascinante, no? dal mio punto di vista, abituato ad immaginare, è intrigante non solo per i risultati che potrebbero raggiungersi nella conoscenza del cervello, ma perché questa ricerca va ad incidere direttamente anche nell’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale, settore che è stato ricco di voli pindarici ma anche di grandi risultati concreti.
Vista la deformazione che mi porto dietro per via della mia tesi non sarebbe male pensare ad un progetto del genere esteso in rete, su più computer (super e non) in modo da aumentare il più possibile la quantità di dati elaborabili (mi pare si chiami multi-sharing), e, qui lavoro di fantasia e sforo nella fantascienza a me cara, utilizzare la rete come un vero e proprio sistema nervoso e come bagaglio di informazione, anche se ancora non si è arrivati ad una informazione totalmente semantica per i computer. Vabbè, non so nemmeno io che cosa sto scrivendo.
La notizia io l’ho letta qui, ma è tratta da Le scienze, penso di settembre.
Ehila! Fran
RispondiEliminasono qui solo per augurarti un buon inizio settimana :*
RispondiEliminaMa quanto scrivi tu?! ;)
troppo, zoe, troppo..
RispondiEliminafra ciao pure a te