Quante persone avrà fregato Pynchon con questo libro? Quanti lo avranno comprato senza sapere bene cosa avevano fra le mani, pensando di aver comprato un noir?
In sintesi, è un libro divertente, scritto divinamente e che fa fare pace a tutti con la letteratura post-moderna; godibilissimo, sicuramente più accessibile di altri capolavori di Pynchon e, per citare un altro post-moderno, DeLillo.
Pynchon ha scritto un libro molto articolato ricco di personaggi assolutamente sconclusionati, surreali ma allo stesso tempo iperrealistici: l'hippie detective Doc Sportello si ritrova a indagare su una scomparsa, poi viene coinvolto (e accusato) in un omicidio, e poi su un sacco di altra roba. Ogni mistero in questo libro cela dietro di se un altro mistero, che a sua volta, ecc. ecc.
Situazioni grottesche e surreali che raccontano in un modo assolutamente originale la California dei primi anni '70, dipingendo un quadro a tinte psichedeliche ma che sotto cela colori più neri. Quell'America lì non è solo amore libero, droghe e libertà ma, contemporaneamente, ha visto nascere anche tante distorsioni che viviamo oggi nella nostra società.
Infine, Pynchon ha incastrato un sacco di cose, con continue citazioni e riferimenti ai quali è sicuramente difficile stare dietro, così come al lettore più superficiale può risultare difficile stare dietro ai continui cambi di scena e situazioni.
A me è piaciuto molto, avevo giusto bisogno di un libro così.
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