Moebius

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mercoledì 29 novembre 2006

Infinite Jest

Oggi voglio parlarvi di un romanzo che già dal titolo è infinito. Chi ha visto in libreria Infinite Jest, dell'americano David Foster Wallace, non si faccia spaventare dalla mole (quasi 1300 pagine ultraconcentrate, note comprese) perché si perderebbe un capolavoro.

Uso il termine capolavoro con cognizione di causa, ora che inizio quasi a vedere la fine dopo due mesi che ci sto sopra: Infinite Jest è un grande esempio di letteratura post-moderna, in cui il romanzo assume una forma testuale del tutto originale, destrutturando la narrazione in tanti frammenti che messi insieme però formano un puzzle perfetto.
Il lettore che inizia a leggere le avventure della famiglia Incandenza non deve lasciarsi intimorire dallo stile di Wallace, molto innovativo sul piano del linguaggio e che richiede per forza di cose la cooperazione e l'impegno del lettore perché non lascia niente di scontato. A cominciare dall'enorme mole delle note, che si è tentati di tralasciare fino a quando non ci si rende conto che lì si nascondono molte informazioni importanti per domare questa bestia così difficile che è Infinte Jest. Infinite Jest è un romanzo che si apre a diversi livelli di lettura, dalla narrazione dura e pura fino alle tante citazioni e ai tanti riferimenti alla cultura di massa attuale, al punto che la scelta, per esempio, di leggere o meno le note può cambiare radicalmente l'interpretazione del libro. Ritengo questo romanzo una vera "opera aperta" e sta al lettore scoprire il suo punto di vista.
Ma cosa racconta Infinite Jest? Domanda difficile alla quale rispondere: a seconda dei gusti personali e delle proprie inclinazioni può essere visto come una grande epopea familiare, in cui si raccontano le vicende della famiglia Incandenza, di James Incandenza, ex fisico, ex giocatore di tennis, ex cineasta, morto suicida, e dei suoi figli Hal, Mario e Orin; può essere descritto come la rappresentazione distopica, in un futuro prossimo, delle deviazioni che potrebbero prendere la cultura e la società contemporanea: uso massiccio di droghe e alcol, assoluto predominio dei mass media nella vita delle persone, dedite alle dipendenze e agli intrattenimenti, un'epoca di dominio della pubblicità e del consimismo (al punto da arrivare a sponsorizzare il tempo); potrebbe essere visto come un romanzo satirico (alcune pagine fanno ridere davvero, almeno me) che racconta con ironia molti aspetti della quotidianità; il romanzo, poi, è una grande riflessione sulla vita, su ciò che la rende piena, sulla libertà di scelta che viene a mancare nel momento si diventa dipendenti da qualcosa (sostanze o intrattenimento).

Secondo me è un romanzo irriducibile a pochi aspetti: l'Infinite Jest del titolo non è soltanto un film così avvincente da costringere chi lo vede a non staccarsi più dallo schermo ma è lo stesso libro che l'autore ha reso una esperienza infinita (per la lunghezza direbbe qualcuno, ma non solo) perché crea una tela così complessa ed intricata da risultare una fonte quasi inesauribile di spunti di riflessione.

Il racconto si svolge in un futuro prossimo venturo, in cui gli stati nordamericani si sono riuniti tutti in un'unica federazione, in un'epoca in cui il tempo, come detto, è sponsorizzato (immaginatevi di calcolare gli anni che passano dall'Anno della Coca Cola all'Anno della Nestlé, per esempio: un vero incubo direi), l'intrattenimento è centrale nella vita della gente e le Sostanze diventano la via di fuga per eccellenza. In questo contesto si dipanano le vicende di una miriade di personaggi, alcuni solo delle comparse sullo sfondo, i cui legami reciproci, misteriosi all'inizio, alla fine emergono, seguendo la lezione (almeno credo) del "tutto è collegato" di Don DeLillo (vedi Underworld). Ogni cosa ruota intorno al film di cui dicevo, di cui man mano si svelerà il contenuto, che diventa ciò che lega la famiglia Incandenza (un incredibile quanto divertentissimo crogiuolo di problemi familiari e segreti, fra il defunto padre James, la madre canadese Avril, esperta di semantica, i figli Hal, promessa del tennis, Mario, nato con gravi deformazioni, e Orin, sessuomane giocatore di football americano) insieme a tutti gli abitanti di una accademia tennistica, agli ospiti di una casa di recupero per alcolisti e tossicodipendenti, ad un improbabile ma implacabile gruppo terroristico del Québec, a servizi segreti non specificati.

Wallace riesce ad rendere questa caccia all'Intrattenimento perfetto una esperienza indimenticabile per il lettore, sia per la comicità di alcune pagine, sia per l'iperrealismo, che è quasi un monito, col quale racconta le possibili strade che potrebbero prendere la società e la cultura occidentale, sia per la drammaticità di alcuni risvolti della storia.

lunedì 6 novembre 2006

Rassegna cinematografica su PKD

Ho ricevuto una mail in cui mi si comunica che da domani a Bologna inizia una rassegna cinematografica dedicata a Philip K. Dick: non posso esimermi dal segnalarla (purtroppo per gli organizzatori questo blog è abbastanza desertico, in quanto a frequentazioni). Aggiungo di mio, a proposito di cinema tratto da PKD, che tempo un paio di settimane esce di nuovo, finalmente, il DVD di Blade Runner: eranno anni che lo cercavo ma era fuori catalogo.


Comunque, copio e incollo il comunicato stampa della rassegna


P.K. DICK DALLA PAGINA ALLO SCHERMO
Rassegna cinematografica dedicata al cinema tratto
ed ispirato alla narrativa di Philip Kindred Dick

In contemporanea all'uscita nelle sale cinematografiche della pellicola A Scanner Darkly, tratta dall'omonimo romanzo Philip Kindred Dick, e della attesa riedizione del DVD in lingua italiana di Blade Runner, si terrà a Bologna, presso la libreria Nessundove Shop dal 7 Novembre 2006 e fino al 12 Dicembre, una rassegna cinematografica dedicata a P. K. Dick, dove si discuterà del suo rapporto con il cinema e dell'influenza della sua poetica su pellicole non direttamente tratte dai suoi scritti.
La rassegna, divisa in due parti, prederà in considerazione sia film direttamente tratti da novelle di Dick come Impostor, (dall'omonimo racconto del 1953) e Screamers - Urla dallo Spazio (dal racconto Modello Due sempre del 1953), sia da pellicole direttamente ispirate alla poetica di Dick, come Dark City, metafora della ricerca di un'identità e di una percezione della realtà perduta, e Cypher, che presenta anche esso come tema centrale la perdita dell’identità.

I film saranno preceduti da una presentazione a cura di Luca Oleastri, esperto di cinema di fantascienza ed allievo diretto dello storico del cinema fantastico Giovanni Mongini, nonchè tecnico degli effetti speciali per il cinema ed illustratore di genere fantastico.


PROGRAMMA

Martedì 7 Novembre
IMPOSTOR (USA 2002), regia di Gary Fleder, con Gary Sinise, Vincent D'Onofrio, Madeleine Stowe

Martedì 14 Novembre
SCREAMERS - URLA DALLO SPAZIO (USA 1996), regia di Christian Duguay, con Peter Weller, Roy Dupuis, Jennifer Rubin

Martedì 5 Dicembre
DARK CITY (USA 1998), regia di Alex Proyas, con Kiefer Sutherland, Jennifer Connelly, William Hurt

Martedì 12 Dicembre
CYPHER (USA/Canada 2002), Regia di Vincenzo Natali, con Jeremy Northam, Lucy Liu, Timothy Webber

Le presentazioni dei film e le proiezioni gratuite su grande schermo si terranno a partire dalle ore 20,30 presso la libreria Nessundove Shop, Via San Tommaso del Mercato 1/c, Bologna.

Per informazioni:

telefono: 051/269801
email: info@ndshop.eu
web: www.ndshop.eu