Moebius

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lunedì 23 ottobre 2006

Dal Texas a Roma

Come annunciato sabato ho avuto modo di incontrare Joe R. Lansdale, lo scrittore texano che ha fatto un giro in Italia per presentare il suo ultimo libro, Echi perduti, a Lago D'Orta (dove ha ricevuto il premio Grinzane Cavour Noir), a Firenze, Bologna, da qualche altra parte per poi chiudere il viaggio a Roma, alla libreria del suo editore (o meglio di uno dei suoi due editori italiani). Tra l'altro questo Echi perduti, che ho recensito qualche post fa, è un buon libro e sta avendo anche un discreto successo.

Quindi, dopo un giorno di lavoro sono sceso dall'ufficio, proprio sopra la libreria (le coincidenze della vita), ho messo il muso dentro e mi sono accertato che mancasse ancora un po' all'incontro con Lansdale; dopo un giretto, ripasso davanti alla libreria e chi ti incontro? Ma proprio Joe R. Lansdale in persona (che avevo già visto lo scorso anno, alla stessa libreria) che mi saluta pure (è solo educazione, nient'altro naturalmente). Mentre lo scrittore viene intervistato da Rai e Sky, la libreria inizia piano piano a riempirsi, fino ad essere stipata quasi a scoppiare (è uno spazio relativamente piccolo, non stiamo parlando di un megastore impersonale dove chi ci lavora nemmeno ti degna di attenzione) e allora possiamo quasi cominciare.

Quasi, perché un piccolo rallentamento ha fatto sì che si attendesse l'interprete che stava finendo di parlare con i giornalisti. Sottolineo il rallentamento perché mi sono trovato gomito a gomito con S. F., l'editore, e ci ho scambiato quattro chiacchere, non nascondendo il piacere che ho a leggere i suoi libri e soprattutto, come sapete tutti, miei affezionati lettori, Philip K. Dick; S. F. si è fomentato e ci siamo messi a parlare di Dick e di "A scanner darkly", la versione cinematografica di "Un oscuro scrutare", che ho visto venerdì sera (film di cui parlare: a me è piaciuto ma potrebbe anche non piacere a chi non sa bene cosa aspettarsi; essendo molto fedele al libro è veramente duro da digerire, visto il tema della tossicodipendenza), e di cui S. F. ha appena pubbicato anche un graphic novel.

Ok, si inizia a parlare con uno degli scrittori più difficili da catalogare, se non come un maestro dei generi e della narrazione tout court. Dalle domande di Paolo Zaccagnini e da quelle dei suoi lettori Lansdale ha illustrato abbastanza bene il suo essere scrittore, a partire dalla passione per la lettura, iniziata con i comics, e dall'amore per i generi in ogni linguaggio, dai fumetti appunto fino a B-Movies dei drive-in che frequentava da ragazzino. I primi libri, l'amore per il mistero, per i grandi scrittori noir americani, la decisione da giovanissimo di diventare scrittore lui stesso.

Aspetto interessante della sua scrittura, come ho sottolineato più volte io stesso su questo blog, è la sua ecletticità sia in termini di tematiche che stilistica, essendo lui in grado di passare dall'umorismo nero al drammatico, al grottesco o al fantastico puro, rendendo difficile, come detto una classificazione dei suoi libri che spaziano fra horror, pulp, noir, crime e/o detective story.  Mi piace edivenziare poi che Lansdale nelle sue storie fa emergere l'amore per la sua terra d'origine, il Texas come detto, un Texas che è assolutamente fuori dagli stereotipi dei film western o dalla visione moderna fatta di petrolieri repubblicani che diventano presidenti degli Stati Uniti per andare a fare qualche guerra in giro per il mondo.



Personalmente quello che amo di Lansdale, e gli ho fatto anche una domanda in proposito, è che le sue sono prima di tutto storie, con personaggi dotati di una profonda umanità: Lansdale non cerca il colpo di scena o la suspence in qualche espediente puramente orrorifico oppure tecnico-scientifico alla CSI (si definisce ironicamente troppo stupido per inserire i metodi della polizia scientifica nelle sue storie) ma nell'evoluzione della storia e nella profondità che quasi sempre hanno i suoi personaggi.

Non c'è moltissimo altro da dire sull'incontro con Joe Richard (abbiamo scoperto tutti con sorpresa cosa significa la R) Lansdale (anche perché non ho preso appunti...), se non che ha evidenziato il suo amore per l'Italia e per i suoi fan italiani (tanto è vero che l'ultimo romanzo è pubblicato in anteprima in Italia e uscirà negli USA a febbraio) e che pensa di scrivere una delle prossime storie di Hap e Leonard (la scalcinata coppia di investigatori di libri come "Rumble Tumble" o "Il mambo degli orsi") ambientata proprio in Italia (come farà a farli uscire dal Texas sarà una vera sorpresa penso).

Termino con una nota personale: è veramente piacevole conversare con Lansdale, un tipo assolutamente alla mano e che si vede ama parlare e incontrare i suoi lettori. Almeno spero, visto che gli ho fatto autografare una pila di libri (e come me anche altri non si sono limitati all'ultimo romanzo).









(Joe R. Lansdale in posa)









(Joe R. Lansdale con Paolo Zaccagnini)









(Joe R. Lansdale che firma libri ai lettori)









(Joe R. Lansdale ed io: peccato che questa di foto non sia venuta molto bene)

6 commenti:

  1. sei proprio appassionato di Lansdale tu :)

    Si, peccato per la foto, un po' sfuocata, ma direi che come documento ricordo è un'ottima foto ;)

    zoe

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  2. ciao zoe! sì l'importante è avere comunque un ricordo!

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  3. bhe indubbiamente un bel sabato pomeriggio all' insegna della cultura quanto sono belli questo tipo di eventi.. io ieri sono andata al Museo del Cinema all' interno della Mole Antonelliana a Torino. Stupendo!Buona settimana L.

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  4. penso faccia piacere vedere che uno scrittore di fama, amato da molti sia poi nella realtà una persona cordiale e disponibile.. :)

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  5. L.: soprattutto è bello scambiare due chiacchere con uno dei propri scrittori preferiti.

    Militante: non le sa tira per niente JRL; lo scorso anno in un incontro simile in cui JRL era accompagnato da Faletti, quest'ultimo, che non era nemmeno il protagonista, si sentiva il più fico di tutti...

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