Moebius

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sabato 30 luglio 2005

Il mondo sommerso

Alcuni autori costringono il lettore a tuffarsi in un territorio nuovo, in qualcosa che il lettore non conosceva, qualcosa a cui non aveva mai pensato, o quasi. Autori che fanno riflettere in maniera profonda sulla natura stessa dell’uomo, sulla sua psicologia, sulle relazioni sociali, sulle costruzioni dell’uomo, sul suo modo di porsi nel mondo, e di darvi senso. James G. Ballard, di cui ho parlato più volte, è uno di questi (e un libro come Crash, un capolavoro assoluto, riassume davvero tutto questo).

 

Il mondo sommerso è uno dei primi libri dello scrittore inglese (1962), ed è sicuramente il primo grande libro di successo del più importante esponente della new wave, quel movimento che puntava a sdoganare la fantascienza dai viaggi spaziali e dagli alieni per farne uno strumento per spiegare il mondo contemporaneo, nelle sue ragioni più profonde.

 

L’umanità è ormai ridotta al minimo, dopo che il riscaldamento della Terra ha fatto sì che si sciogliessero le calotte polari, i ghiacciai, e quant’altro, facendo innalzare il livello del mare fino a coprire intere città e regioni. In un mondo che torna sempre più indietro nel tempo, a prima che l’uomo conquistasse il pianeta, con una vegetazione ed una fauna che sembra provenire da ere geologiche precedenti, un gruppo di militari e di ricercatori è immerso da anni nel tentativo di studiare questi cambiamenti, cambiamenti continui che rendono inutile ogni rilevazione precedente. Il biologo Robert Kerans è ormai persuaso che i suoi studi non serviranno a niente, perché la situazione ormai non è più nella mani dell’uomo. Sotto un sole pulsante sempre più caldo, fra lagune e canali creatisi in mezzo ai grattacieli, con le iguane che hanno invaso ogni spazio utile, la vita di Kerans e dei suoi compagni scorre in placida rassegnazione, mentre nelle menti e nella biologia umana si sta verificando un cambiamento antropologico. L’umanità è destinata ad estinguersi, e per chi rimane l’unica strada è quella di risalire l’albero genealogico dell’umanità fino ad un nuovo Adamo e ad una nuova Eva. Non c’è speranza di salvezza, nessun miracolo è possibile.

 

Robert, Beatrice, Bodkin, il colonnello Riggs, il pirata, sciacallo e faccendiere, Strangman, vivono ognuno queste trasformazioni a modo loro e forse nessuno è in grado di capirle. Anzi, sforzarsi di capirle significa perdere ogni orientamento nel mondo, perché la verità conduce alla pazzia. Cosa sia poi la pazzia è tutto da definire.

 

Quella del mondo sommerso è una umanità destinata alla follia, alla follia di un ritorno alle origini, di scontri tribali e di nuove civiltà. Una follia, soprattutto, che spinge a chiedersi cosa c’è dentro l’uomo. Una follia che è un viaggio fra gli «gli scogli di realtà al centro del mare del tempo». È un viaggio che rimette in gioco ogni cosa, da cui forse rinascerà una nuova umanità, forse più adatta al nuovo (vecchio) mondo, e che potrà ricominciare da capo, sempre se sopravviverà, sia chiaro.

 

Leggendo questo libro (la cui prosa raffinata, come quasi sempre con Ballard, richiede una certa dose di riflessione e di impegno) mi sono venuti alla mente due film, due capolavori assoluti, forse i più grandi, entrambi successivi alla pubblicazione de Il mondo sommerso. Questo tema del viaggio, che emerge prepontemente fra le righe, non può che far pensare ad altri due viaggi, entrambi alla ricerca di una verità sull’uomo. Penso al viaggio verso l’infinito di Bowman alla fine di 2001: Odissea nello spazio, viaggio che è il preludio alla rinascita di una nuova umanità, di una nuova civiltà, per quanto spaziale, dal disordine, dalla mancanza di direzione dell’infinito, che alla fine porta al centro dell’uomo stesso (si veda il mio post sulla conferenza di Paolo Fabbri su questo film); e poi penso ad Apocalypse Now, ad un viaggio che non è solo la ricerca di un uomo, e il tentativo di capirlo, ma è un percorso lungo le stesse contraddizioni che guidano sempre le azioni dell’uomo, e alla cui fine, messi di fronte alla verità (qualsiasi essa sia), cerchiamo comunque di uscirne.

 

5 commenti:

  1. spiacente Phil ma per le ferie ho una minilista di libri da leggere già pronta da tempo! ;-)
    Oggi ultimo giorno di lavoro.
    Tranquillo che ogni tanto passo a salutarvi tutti!
    A presto.

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  2. eccomi per il bacio rituale!
    :)
    tutto bene?! qui il tempo ballerino ci fa morire di caldo, ma senza abbronzatura! che strazio!
    un bacione!
    :)

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  3. io sto leggendo un librino che dal titolo pareva carino ed anche l'argomento gialloso è carino ma è scritto così male che solo una bibliomasochista come me può continuare ad infliggersi fino all'ultima pagina

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