Moebius

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mercoledì 4 maggio 2005

Dev posso voglio

Mi metto alla tastiera, senza sapere bene perché. Non ci sto molto con la testa in questo periodo, e pensare che dovrei lavorare alla discussione della tesi, che sarà il 17 maggio se a qualcuno non l’ho detto. Penso sempre troppo, mi comporto sempre nel modo sbagliato. Sempre. Mai che io scelga la strada giusta. Mi comporto nel modo sbagliato e do a vedere il lato peggiore di me, quello che mostra i miei difetti peggiori, tutti nessuno escluso. La presunzione di essere meglio degli altri. L’idea che non valgo un cazzo, e forse è vero o forse no. Proprio non saprei. Poi dico cose che non dovrei e non vorrei, e a volte nemmeno me lo ricordo cosa ho detto, e ho paura di aver fatto il guaio definitivo.

 

Sto intraprendendo una lunga salita, che va avanti da tanto tempo, e proprio non vedo la vetta. Mi servirebbe un rapporto di un paio di denti in più, ma la mia bici arriva solo al 23 (e ci arriva davvero solo al 23 la mia bici…). Voglio arrivare su senza spinte, però spero di trovare una faccia conosciuta all’inizio di un tornante, che mi dica di andare, che sono primo, almeno per un attimo. Alla fine della salita, se mai la finirò, perché è un percorso lungo, alla ricerca dell’equilibrio e della sicurezza in me, spero di non aver perso troppo per strada, e di poter gioire, e ridere, e pensare che comunque ne è valsa la pena, per vedere uno spettacolo così (ed è davvero uno spettacolo finire una salita, dopo dieci e più chilometri di sbuffi, di concentrazione per non mollare, perché non ci ho proprio il fisico da scalatore, io. Dico sul serio, chi va in bici per davvero può capirmi). E sedermi, ripensare alla strada fatta, alle persone incontrate, e scoprire che una in particolare ancora c’è. E allora spero di poter ridere e gioire con lei, e della sua felicità e della mia tranquillità, se mai la raggiungerò.

 

Devo ancora rileggere per intero la mia tesi, non perché non ricordi cosa c’è scritto, ma per focalizzare bene ogni punto importante. Devo ancora iniziare a preparare la presentazione. Devo… voglio… posso…

 

È un periodaccio. Ma devo, voglio, posso, uscirne. Per me. Solo dopo verrà tutto il resto.

8 commenti:

  1. (e non hai idea del respiro di sollievo e del sorriso ebete che avrai su per un paio di mesi, poi, e dell'angoscia che ti verrà poi dal non avere un pretesto per sentirti stressato :-)

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  2. tu non immagini quanto mi sia "ritrovata" in questo post. non immagini, a dispetto del nome del tuo blog.

    la differenza è che la mia bici è piena di polvere, ha una ruota che andrebbe cambiata.

    e non trovo la voglia di portarla a riparare.

    in bocca al lupo.

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  3. [vedi che mi fai paura? perché io l'ho appena fatto! :]

    è un onore, grazie.

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  4. Bravo....
    Io come ti ho detto sono la tua sostenitrice numero uno, perchè ci credo in te.
    E SO CHE CE LA PUOI FARE.

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  5. questo post è il sequel del libro "io speriamo che me la cavo"?
    Dai su lo stress fa pensare in maniera strana oppure fa fare cose di cui magari poi ci si pente....ma siamo uomini!
    Per esempio un certo Francesco d'Assisi vivendo uno stato di disagio simile al tuo ha venduto i suoi averi, li ha dati ai poveri e poi a seguito Gesù!
    saluti

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  6. intravedo un po di "ercole"dai ste...che alla fine ce la si fa'..bacio...:))

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  7. ..io ho la bici senza marce..fai un po' te..

    ciao ste

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